Per la Spagna un risveglio tra delusione e incertezze

20 Giugno 2014

L’eliminazione dei campioni del mondo coglie impreparata l’intera nazione Incerto il futuro di Del Bosque. Maradona: «Ha pagato un debito di riconoscenza»

Il commissario tecnico che sbaglia autobus al termine della partita, l’amarezza che diventa rassegnazione e i sogni che evaporano dopo appena due partite. La Spagna si scopre nuda e svela tutte le sue debolezze. La sconfitta di mercoledì contro il Cile chiude di fatto un ciclo fatto di trionfi, soddisfazioni e spettacolo.

Ma dare l’addio al mondiale del Brasile costa parecchio alle Furie rosse, che ora devono anche pensare a preparare l’ultimo inutile match con l’Australia. Ieri l’ironia dei tifosi si è rovesciata sul ct Vicente del Bosque che a fine gara, all’uscita dagli spogliatoi, ha sbagliato pullman ed è stato fermato da un inserviente un attimo prima di salire sul mezzo riservato alla comitiva cilena.

Il regno di Felipe VI di Borbone inizia esattamente nel momento in cui la nazionale spagnola smette di dominare in lungo e in largo per il globo. Nella notte che segna un passaggio di consegne storico per la monarchia, i campioni del mondo e d’Europa escono di scena dal Mondiale brasiliano.

E mentre la nazione si divide tra processi e riconoscenza verso un gruppo tra i più vincenti di tutti i tempo, Josè Mourinho ha la sua spiegazione del flop delle Furie rosse. La causa, secondo il tecnico portoghese, va ricercata in «un debito morale nei confronti dei suoi giocatori. Penso che anche nei club è molto facile cambiare quando non ci sono le vittorie. È invece molto difficile, soprattutto a livello emozionale, quando si vince. Quante volte – si chiede l’ex tecnico dell’Inter – un club fa malissimo l’anno dopo che ha vinto? Lo stesso vale per le nazionali. Quattro anni calcistici sono tantissimi, e non c’è la tendenza a rinnovare dopo le vittorie perché esiste quasi un debito morale: ho vinto con te, devo continuare con te. Adesso, per la Spagna, sarà facile cambiare e inserire giocatori giocatori come Koke, Morata, Rodrigo, De Gea. Prima di questo Mondiale era molto difficile, ora – conclude – è facile, come è successo con Italia e Francia».

«Casillas non avrebbe dovuto giocare – dice invece Diego Armando Maradona –, è stato un errore del “baffone” perché doveva dirgli “resta in panchina”. Non aveva fiducia e ritmo, e mi pare che sui gol si sia visto. Ma tutta la Spagna ha esitato. A Del Bosque non sono serviti questi giorni per cancellare dalla testa dei suoi giocatori cosa è successo contro l’Olanda», ha aggiunto l’ex Pibe de oro, che ha poi elogiato il Cile: «I suoi giocatori hanno lottato alla morte su ogni pallone».

Incredula, invece, la stampa spagnola, che si chiede quali siano i motivi dell’eliminazione della Roja dal mondiale dopo i ko con Olanda e Cile. «Fue el Titanic» (È stato il Titanic) è il titolo scelto dal Pais per raccontare la sconfitta. Per As, invece, «È stato bello finché è durato». Il Mundo Deportivo, dal canto suo, sceglie un chiaro e coinciso «Abdican». Marca preferisce l’inglese «The End» ma il concetto è chiaro a tutti. Si tratta della fine di un ciclo. «Quando si perdono le prime due gare è difficile spiegare cosa sia successo, chiediamo scusa ai tifosi», le parole di capitan Casillas riportate da tutti i quotidiani, come quelle del tecnico Vicente Del Bosque che ha ammesso la caduta del suo gruppo: «Siamo stati inferiori», ha detto con sincerità. Spazio anche per il portiere cileno Claudio Bravo, uno dei migliori in campo. Secondo “Sport” il giocatore passerà dalla Real Sociedad al Barcellona per 12 milioni di euro.

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