Pescara, va in scena la disfatta

Prima sconfitta in casa contro la Cavese, Cuccureddu a rischio.

PESCARA. Una figuraccia. Il Pescara ha tradito le attese e gli 8.200 spettatori arrivati allo stadio a sostenerlo nel posticipo della 19ª giornata. Una disfatta che va oltre la sconfitta, la prima casalinga della stagione. Ha rilanciato la Cavese, che ha lasciato l’ultimo posto in classifica, esibendo il peggio di se stesso. Squadra senza gioco, svuotata mentalmente e tatticamente in stato confusionale. Fischi e contestazione alla fine.

Nel mirino l’allenatore Antonello Cuccureddu, il cui operato è in discussione. Summit tra i dirigenti - colti di sorpresa dall’incompiuta di ieri sera - per stabilire il suo futuro, oggi se ne dovrebbe sapere di più. Potrebbe essere concessa un’ultima chance in occasione del derby casalingo di domenica contro la Virtus Lanciano oppure riallacciato in fretta e furia il contatto con Daniele Arrigoni, sotto contratto con il Bologna, e in allerta da tempo. Due ipotesi al vaglio della società che alla scelta del tecnico è costretta a legare anche i prossimi movimenti di mercato.

Quella di ieri sera è stata una mazzata tra capo e collo per le ambizioni di un Pescara che sperava di salire al secondo posto in classifica (a un punto dalla capolista Verona) e che, invece, è rimasto al quarto, maciullato dalle voci di mercato e dai propri limiti strutturali. Prestazione indecorosa quella offerta al cospetto delle telecamere di Rai Sport Più e di una curva Nord che ha esibito un bel colpo d’occhio in memoria del capo-tifoso Marco Mazza. Il Pescara non ha fatto sfoggio di grande calcio in questa stagione eppure è difficile individuare una gara peggiore. Inguardabile il primo tempo, ripresa caratterizzata dall’errore di Tommaso Romito che ha spianato la strada verso il successo alla Cavese che ha, quindi, lasciato l’ultima posizione in graduatoria al Potenza, alla Spal e al Giulianova, a quota 19.

E’ stata la sconfitta di Antonello Cuccureddu che ha presentato un undici incapace di disegnare una trama di gioco. Delle incursioni sulle fasce nemmeno l’ombra. Dei movimenti degli attaccanti men che meno. Insomma, un Pescara senza nè capo nè coda. E così la Cavese si è fatta coraggio e si è scoperta cinica e spietata mettendo in rete (al 22’) l’unico pallone giocabile per il centravanti Vittorio Bernardo. Semplice il 3-4-3 disegnato dal tecnico Paolo Stringara (ex L’Aquila) che ha piazzato tre difensori sui due attaccanti biancazzurri, fermato gli esterni di centrocampo e inaridito le fonti di gioco della linea mediana. Vittoria meritata, tanto di cappello.

Il Pescara del primo tempo non è andato oltre il palo colpito da Gessa, all’8’, grazie a un’iniziativa personale. Strafalcioni uno dietro l’altro. Buio pesto. Nella ripresa Cuccureddu nel tentativo di raddrizzare la gara ha messo dentro due attaccanti (Sansovini e Ganci) e il rientrante Bonanni. Incoraggiante l’avvio, tanto tambureggiante quanto confuso. Ma, al 15’, il clamoroso errore di Romito - annunciato in partenza verso Benevento - ha tagliato le gambe al Pescara e messo le ali alla Cavese che ha capitalizzato il regalo con un bel diagonale del capitano Antonio Schetter.

La peggior umiliazione per i biancazzurri in campo è stata quella di sentire la curva Nord sostenerli ancora, tra una bomba e l’altra. Reazione nervosa quella dei padroni di casa. Ha fruttato un finale incandescente che ha finito per alimentare le recriminazioni. Al 40’ il rigore sbagliato da Massimo Bonanni, al rientro dopo mesi di assenza, che ha mandato la palla sulla traversa. Poi, al 43’, il gol di Zizzari, in mischia. Ma è arrivato troppo tardi per poter pensare a una rimonta clamorosa. E così va in scena lo psicodramma biancazzurro: il Pescara non perdeva in casa (a Vasto) dal 22 aprile scorso (2-0 dell’Arezzo), la Cavese non vinceva in trasferta dal 15 marzo scorso (1-0 a Castellammare di Stabia).