Pillon: «Delfino nel cuore, spero torni subito in B»

27 Giugno 2022

L’ex tecnico biancazzurro: «La ricetta per la promozione? Ricreare entusiasmo nella piazza»

PESCARA . Bepi Pillon come Bèla Guttmann? Difficile, se non impossibile. L’allenatore veneto è rimasto molto legato alla città e agli sportivi biancazzurri che lo ricordano con grande affetto, mai e poi mai augurerebbe disavventure sportive al Delfino. Tuttavia dall’estate del 2019, quando le strade di Pillon e del Delfino si sono divise, la parabola discendente dei biancazzurri è stata impietosa. Prima la salvezza sofferta in B contro il Perugia ai play out (centrati grazie alla penalizzazione del Trapani), poi la retrocessione in C nel 2021 e, infine, il deludente torneo della stagione scorsa, terminato con l’eliminazione ai quarti di finale play off.
Perdipiù, dall’addio di Pillon la panchina del Pescara è diventata una polveriera. Ben nove cambi in tre anni e otto allenatori che si sono avvicendati senza trovare la chiave giusta. «Senza di me il Benfica non vincerà mai più una coppa europea», il famoso anatema di Guttmann, che dopo aver vinto due Coppe dei Campioni di fila (‘60-61 e ‘61-62) con il Benfica chiese un premio in denaro. Il club si rifiutò di pagare e l’allenatore ungherese se ne andò litigando con i dirigenti. Da allora, in 60 anni, i lusitani persero otto finali europee, cinque di Coppa dei Campioni e tre di Coppa Uefa/Europa League. Solo lo scorso aprile, una piccola gioia per il Benfica grazie al successo dei giovani nella Youth League). Pillon, dopo aver centrato la semifinale play off (persa con il Verona), per restare a Pescara non chiese né un premio né l’aumento. Il presidente Daniele Sebastiani decise di non confermarlo ingaggiando al suo posto Luciano Zauri.
Pillon, iniziamo con una battuta. Ha lanciato una maledizione contro il Pescara?
«Non lo farei mai. Sono molto affezionato al Delfino, a Pescara la gente mi ha voluto bene e auguro ai biancazzurri di tornare presto in B».
Si riparte da Alberto Colombo, condivide la scelta?
«Viene da un ottimo campionato a Monopoli e avrà tanta voglia di sfruttare l’occasione, ma non lo conosco bene e non mi permetto di esprimere giudizi. Gli auguro di centrare l’obiettivo».
Si era parlato anche del ritorno di Zeman.
«L’ho seguito anche quest’anno, il Foggia aveva il suo marchio, giocava un gran calcio. Se Zeman facesse la fase difensiva come quella offensiva sarebbe il migliore allenatore del mondo, ma è comunque tra i top visti in Italia. Sul boemo sono di parte, da lui non si finisce mai di imparare».
Cosa serve per tornare in B?
«In primis ricreare entusiasmo. Ovviamente bisogna individuare le criticità e risolverle. Di certo nella passata stagione il Pescara ha incassato troppi gol. Conosco Auteri, ha sempre utilizzato il 3-4-3, però ha dovuto modificare il suo credo per adattarsi alle caratteristiche dei giocatori. Il tempo non manca, la società potrà allestire un buon organico».
Consigli per gli acquisti? «Prenderei subito Guido Gomez, ragazzo serio e giocatore molto forte. L’ho avuto alla Triestina, in C fa la differenza e sarebbe un ottimo attaccante anche per la B».
(g.t.)
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