Savona-Teramo, la verità di Corda: "La partita fu combinata"

27 Luglio 2015

«Dissi no a Di Nicola e Di Giuseppe. Poi, Barghigiani raccontò che era fatta»

C’è un fatto nuovo agli atti del fascicolo relativo a Savona-Teramo, la partita promozione del 2 maggio scorso sotto inchiesta sia da parte della magustratura di Catanzaro che di quella sportiva. Un’arma che l’accusa cercherà di usare contro il Teramo per dimostrare l’avvenuto illecito. La novità è rappresentata dalle parole di Ninni Corda, 41enne allenatore nuorese, rese il 9 luglio scorso nell’interrogatorio davanti agli 007 di Palazzi, a Roma. L’allenatore è indagato dalla Procura di Catanzaro, le intercettazioni attestano il tentativo di Ercole Di Nicola di coinvolgerlo nella combine. E Ninni Corda parla, racconta e spiega. E, soprattutto, conferma due cose: il tentativo di illecito e, per de relato, la conferma della riuscita della combine della partita valida per la penultima giornata del girone B di Lega Pro. Sono parole, non fatti oggettivi. Che, però, l’accusa cercherà di usare nel dibattimento che presumibilmente si svolgerà, a Roma, nella settimana che partirà lunedì 3 agosto.

Nell’interrogatorio Ninni Corda sceglie una strategia diversa dagli altri indagati che, finora, hanno sempre negato tutto. Parla, invece, l’allenatore che nell’ultima stagione ha guidato il Barletta, in Lega Pro. E conferma l’incontro a cena avvenuto il 29 aprile scorso a Bisceglie con Ercole Di Nicola, allora responsabile dell’area tecnica dell’Aquila, il ds del Teramo Marcello Di Giuseppe e un amico di Di Nicola.

«Durante la cena Di Nicola mi chiese se potevo fare qualcosa per alterare il risultato di Savona-Teramo, nel senso che avrei dovuto fare qualcosa per assicurare la vittoria del Teramo», fa mettere a verbale il tecnico sotto squalifica federale per un’altra vicenda. «Mi disse che per assicurarsi la vittoria la società del Teramo era disposta a pagare complessivamente 70mila euro. E che una parte di questa somma l’avrei potuta gestire direttamente io con alcuni giocatori. Da ciò desunsi che un’altra parte della somma sarebbe stata utilizzata dal Di Nicola per manipolare l’esito della gara attraverso altri canali. Preciso che al colloquio e alla proposta partecipava attivamente anche Di Giuseppe entrando nel merito dei particolari della proposta illecita, confermando la disponibilità della citata somma di 70mila euro. Io risposi subito negativamente in quanto non volevo fare una cosa del genere. Tanto più che nella rosa attuale dei calciatori vi erano ancora cinque giocatori, di cui quattro titolari che avevano originato, con la loro denuncia nei miei confronti il caso di illecito sportivo per la gara Savona-Spal (Corda è stato squalificato prima per tre anni e poi la pena è stata ridotta a un anno, ndr)».

L’altro passo saliente della deposizione di Ninni Corda riguarda un incontro avvenuto «tra fine maggio ed inizio giugno» con Marco Barghigiani, l’ex consulente del Savona, «in un centro commerciale che si trova appena fuori il casello autostradale di La Spezia». Già, che cosa si sono detti Corda e Barghigiani? «L’argomento da trattare nell’incontro doveva essere quello della trattativa con Di Nicola per l’acquisto delle quote del Savona. In occasione di tale incontro il Barghigiani mi disse che la trattativa non era andata in porto e mi confermò invece che era andata a buon fine la combine relativa alla gara Savona-Teramo relativamente alla quale io non avevo prestato il mio consenso». Non solo Corda ha aggiunto: «Mi disse (Barghigiani, ndr) che una parte dei soldi dati dal Teramo per vincere la gara era finita nelle tasche del presidente Dellepiane». Da qui, con ogni probabilità, la richiesta, annunciata nell’avviso di conclusione delle indagini, del procuratore Palazzi che intende deferire anche il Savona per responsabilità oggettiva. E’ Corda, quindi, che per de relato tira in ballo il presidente del club ligure Dellepiane che invece non figura nell’elenco degli indagati della Procura di Catanzaro. Parole tutte da verificare, per carità. Che, però, si vanno ad aggiungere alle intercettazioni della Procura di Catanzaro e agli altri indizi messi insieme dall’accusa.

Ninni Corda a verbale ha voluto aggiungere una cosa. La Procura di Catanzaro gli imputa il fatto di essere stato a Teramo, nella sede biancorossa in via Oberdan, il 18 maggio scorso per riscuotere la parte dei soldi messi a disposizione per la combine. E invece no. «Non sono mai stato in vita mia a Teramo. Quel giorno (il 18 maggio, ndr) mi trovavo a Savona». E aggiuge di non aver mai visto il presidente del Teramo, Luciano Campitelli.

@roccocoletti1

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