Il difensore del Pescara Gennaro Scognamiglio, 33 anni

CORONAVIRUS / IL PESCARA ALLA FINESTRA

Scognamiglio: due mesi  di clausura sono troppi 

Il difensore: «Non resisterei così tanto tempo senza famiglia»

PESCARA. «In A si farà di tutto per ripartire, sono convinto che un tentativo verrà fatto, invece resto molto scettico sulla ripresa della serie B». Gennaro Scognamiglio vuole vederci chiaro e indica la principale criticità. «Come hanno già annunciato, ci sono molti club della cadetteria che non hanno i requisiti per rispettare l’attuale protocollo. Come la mettiamo? Dobbiamo solo aspettare sperando che la situazione migliori e magari rendere meno rigide le misure di sicurezza». Poi, c’è la questione del lungo isolamento negli alberghi previsto dal documento redatto dalla commissione medico scientifica della Figc. In base al testo, i calciatori, i tecnici, i membri degli staff e i magazzinieri dovrebbero restare reclusi all’interno di un hotel per circa due mesi. «Sono contrario a questa disposizione», il commento del 33enne difensore del Delfino, «veniamo da due mesi di clausura e una richiesta del genere mi sembra inaccettabile. Trovo ingiusto che nessuno ci abbia interpellato su questa eventualità. Ripeto, non sarei disposto a restare in un albergo per un periodo così lungo senza la famiglia». Se il torneo ripartirà, il Pescara dovrà cambiare marcia. «Dovremo risalire la classifica che è diventata pericolosa. Paura dei play out? No, se torneremo a giocare avremo la rosa al completo e sarà un bel vantaggio. Si ripartirà da zero, i valori saranno annullati e la preparazione atletica sarà fondamentale per ottenere i risultati». Nei giorni scorsi Scognamiglio ha rinnovato il contratto per un’altra stagione legandosi al Pescara fino al 2022. «Sono felicissimo di proseguire la carriera con la maglia biancazzurra. Ringrazio il presidente Sebastiani che ha apprezzato i miei sforzi, significa che qualcosa di buono ho fatto. Non tanto in campo, ma soprattutto fuori rendendomi sempre disponibile nei confronti del gruppo che per me è la cosa più importante».
La situazione. Il sentiero è tracciato, ed è meno stretto rispetto a qualche giorno fa. La A attende il via libera per gli allenamenti collettivi, poi si dovrà lavorare sul protocollo per la ripresa del campionato. La B attende indicazioni e, se la massima serie punta a riaprire i giochi il 14 giugno, il ritorno in campo dei cadetti non dovrebbe esserci prima della fine del prossimo mese (week end del 28 giugno o del 5 luglio). Tutti i club, compreso il Pescara, vorrebbero ripartire per evitare contenziosi e limitare i danni economici causati dal virus. In ogni caso, la ripresa della B sembra più complicata almeno per due motivi. Il primo riguarda il protocollo sanitario che molti presidenti considerano inattuabile per motivi economici e logistici. La speranza è che l’azzeramento dei contagi diventi una realtà, in modo da pianificare un documento meno rigido. Il secondo ostacolo si riferisce al calendario. La Lega B ha già deliberato una proposta chiedendo alla Figc un periodo di almeno tre mesi (dal giorno della ripresa degli allenamenti collettivi) per concludere la stagione. E venerdì il presidente Balata ha inviato una nota a tutte le società annunciando che il capo della Figc Gravina è disposto ad accontentarle. Nelle ultime ore, però, è sorto un nuovo problema. Pare, infatti, che molti club di B siano contrari a fare giocare le loro squadre ogni 3-4 giorni. Le gare ravvicinate e le alte temperature potrebbero mettere a dura prova i calciatori che rischierebbero di farsi male. Nei prossimi giorni si lavorerà per trovare un’intesa, fermo restando che senza turni infrasettimanali la B terminerebbe a settembre inoltrato, una scadenza che non potrà essere accettata. Ci sarebbe anche l’ipotesi di accorciare i play off con partite secche.

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