Sogni, destini e promozioni. Pescara ora è ai suoi piedi

Ha riportato il Delfino in B dopo 4 anni risvegliando l’entusiasmo della città
Nel corso degli anni lo hanno etichettato in tutti modi. Irriverente, anarchico, feroce e brusco nei modi, eppure è un padre amorevole anche per i giocatori che ha avuto in dote. Poco amato dall’establishment del calcio, venerato dai suoi calciatori. Silvio Baldini è il grande condottiero che ha riportato il Pescara in serie B dopo 4 anni grigi in Lega Pro, risvegliando l’entusiasmo di una città intera. Amico stretto di Luciano Spalletti, Corrado Orrico e Marcello Lippi, è uno dei tecnici più apprezzati dai suoi colleghi. Allenatori e addetti ai lavori, tutti d’accordo: insegna calcio. A 66 anni è tra quelli in circolazione con più esperienza.
Gli inizi. Prima di iniziare la carriera in panchina, ha avuto, anche, una breve carriera da calciatore. Dilettanti, non di più. Carriera modesta la sua. Calcisticamente parlando, Baldini, non ancora ventenne, a metà tra gli anni Settanta e Ottanta, ha mosso i primi passi nella sua città, a Massa, nella squadra della Stella Rossa, formazione che non solo partecipava ai campionati invernali ’Amatori’ organizzati dal comitato dell’allora Arci-Uisp, ma era presente anche nei vari tornei estivi. E al giovane Silvio, in virtù del suo fisico aitante, venne affidato il ruolo di difensore centrale.
Le origini e la panchina. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha iniziato ad allenare tra i dilettanti, la serie C nei primi anni 90’ (Massese, Siena e Carrarese) e, poi, la B tra Chievo, Brescia, Empoli e Palermo, prima della serie A a Parma, Catania e Lecce. A Catania nel 2007, passa alla storia il calcio nel sedere rifilato al suo collega Di Carlo che allenava gli emiliani, che in questa stagione, nel mese di ottobre ha rivisto dopo quasi 17 campionati stringendogli la mano. In carriera ha centrato tre promozioni: Empoli in serie A, nel 2002, 20 anni dopo a Palermo, con l’approdo in B e poi in biancazzurro, quest’anno, ha infilato il tris. L’allenatore del Pescara è di Canevara, una frazione di 350 abitanti del comune di Massa. Terra di anarchici. Nel tempo ha comprato, a Marina di Massa, un camping e l’ha trasformato in una villa in cui vive con la famiglia. Sposato con Paola («Una santa donna», ripete spesso) è padre di tre figli, tra cui Mattia che è nello staff tecnico del Pescara e che Baldini portava al Castellani quando era ragazzino.
A Carrara, nel 2017, quando andò ad allenare gratis, volle il figlio nello staff e da lì se l’è portato nelle varie esperienze in giro per lo Stivale. L’amore di papà, però, è Valentina, la prima figlia, disabile, che ha 36 anni. A Empoli ricordano ancora oggi l’emozione e la commozione provate quando, nel 2003, Silvio Baldini lascia l’Empoli per inseguire i soldi (tanti) promessi dal compianto Zamparini per portarlo a Palermo («l’errore più grande della mia vita perché ho ceduto alla tentazione del denaro» dirà dopo). Ebbene, al termine dell’ultima partita al Castellani Baldini fa il saluto al suo popolo con un giro di campo con la figlia in carrozzina. È stata l’unica uscita pubblica con la figlia.
Le dimissioni e le vittorie. Dopo le esperienze a Perugia e Crotone, in ordine cronologico, si è voluto rimettere in gioco accettando la scorsa estate la sfida con il Pescara. «Qui c’è la magia di realizzare i sogni», la sua frase cult in una delle prime interviste in questa stagione. Con i pescaresi è entrato subito in sintonia. Il 7 giugno ha scritto la storia, diventando Il capo di un gruppo che ha conquistato la fiducia di una piazza che da troppo tempo era lontana dal calcio che conta. E lo ha fatto con numeri importanti tra campionato e play off: 26 vittorie, 12 pareggi, 10 sconfitte, senza dimenticare i 72 gol segnati tra campionato e le 43 reti subite.
Le passioni e il talent scout. Per staccare dal calcio e dalle sue pressioni, Baldini va a caccia o va a fare delle passeggiate nei boschi sulle Alpi apuane. A Empoli è venerato. Il presidente Fabrizio Corsi, con cui intrattiene ottimi rapporti, lo ritiene un genio del calcio italiano. Nel club toscano ha scoperto e valorizzato Maccarone, Di Natale, Rocchi e Tavano. Ha lanciato Marchionni, prendendolo dalla Primavera dopo che la società gli aveva acquistato De Poli dal Treviso. Per non parlare di Grella e Bresciano.
Ma c’è un giocatore che Baldini ha lanciato in serie A. Un certo Pasquale Foggia, che nel settembre 2003 a Empoli fece l’esordio nella massima serie. Dopo 22 anni da quel giorno i due si sono incontrati di nuovo, stavolta a Pescara. Silvio con la voglia di stupire ancora in panchina, Foggia nel ruolo di direttore sportivo rampante. I due alla fine hanno festeggiato e Baldini ha elogiato il suo vecchio giocatore, cucendogli addosso i meriti della vittoria del campionato.
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