Tabarez non ha dubbi: «Noi attaccheremo e l’Italia starà chiusa»
Il ct dell’Uruguay sbeffeggia la nostra Nazionale e poi aggiunge: «La mia squadra è pronta alla battaglia e poi vi conosciamo...»
INVIATO A BELO HORIZONTE. Il fantasma del Costa Rica si è dissolto, un po’ come le formiche nel letto di Muslera. Ora vogliono eliminare anche noi e Tabarez ci sbeffeggia anche: «La partita è scritta, noi attaccheremo e l’Italia starà chiusa in difesa». Ah però. Quei nel ritiro di Sete Lagoas, spicchio della mesoregione metropolitana di Belo Horizonte, ci sono 23 gradi e un’aria che d’improvviso si è fatta gradevole. Fa molto più caldo nella stanzetta dove parliamo con Oscar Tabarez perché è lui a incendiare la vigilia.
Parla piano il Maestro Oscar, vuole farsi capire. «Rispetto alla gara che abbiamo vinto con l’Inghilterra per noi non cambia nulla. Abbiamo una sola opzione, dobbiamo vincere e basta. L’Italia ha avuto il merito di creare una differenza reti favorevole e questo ci costringe a cercare un unico risultato. Ma la mia squadra è pronta alla battaglia».
Tabarez non si fa fregare gli appunti al ristorante come il portoghese Bento, ma ha ben chiaro il tipo di partita che imposterà. «Mi sembra naturale pensare a una partita con l’Italia che si difende e noi che attacchiamo. Abbiamo molto rispetto per i nostri avversari, per la tradizione dell’Italia e per i quattro titoli mondiali che ha vinto. Ci aspettiamo un match molto duro ma, senza presunzione, credo che avremo le nostre possibilità. Pressione? Contro l’Inghilterra la pressione era anche peggio, ma mica siamo andati a fare shopping...».
E se gli parli delle temperature elevate che si annunciano a Natal, scuote la testa: «Lo so, farà caldo. Ma se soffriranno, le due squadre lo faranno nello stesso modo. Non come successo in precedenza». Cioe? «Cioè, contro il Costa Rica noi abbiamo sofferto e loro no, evidentemente si sono adattati meglio a questo clima».
L’Uruguay è quasi una nostra colonia, tra giocatori che sono in Italia e altri che ci cono passati. La lista è lunga, Muslera, Caceres, Rios, Gargano, Perez, Pereira, Gonzalez, Cavani e potremmo aggiungerci anche lo stesso allenatore. Ma questo può essere un vantaggio? Tabarez non sembra molto convinto. «Mi spiego. Anche con l’Inghilterra è successo di avere giocatori che hanno militato o militano in Premier League. Voglio rivelare una cosa: Suarez mi aveva detto prima della partita che sarebbe entrato Lambert, Suarez e forse anche per questo tipo di dettagli avevamo Coates pronto». Un attimo di pausa, Tabarez si rende conto di aver un po’ divagato ma lui non è tipo che dribbla le domande, anzi, se può entra anche in tackle. «Non so se sia giusto parlare di vantaggio ma sicuramente abbiamo una conoscenza più approfondita di certi dettagli che invece non avevamo contro il Costa Rica. Però allora nel conto dobbiamo metterci che gli italiani conoscono bene i nostri calciatori che giocano in serie A e anche questo può essere importante per loro».
Se nel clan azzurro si contano gli acciacchi, qui stanno tutti bene. Anzi, rientrerà pure Maximiliano Pereira, tornato a disposizione dopo aver scontato il turno di squalifica. Ma non è detto che giochi subito. «L’essere titolare, nel calcio, è un’opportunità che un calciatore deve difendere sul campo. L’aver giocato molto non significa farlo sempre. Avere a disposizione Maxi Pereira è molto importante, perché fa parte del dna di questa nazionale, ma la sua presenza non dipende o meno dalla sua espulsione nella prima partita. Primo perché lo conosco bene e so che era il primo a essere rammaricato per quanto successo, secondo perché commetterei l’errore più grave per un allenatore, ovvero applicare una sanzione disciplinare che danneggerebbe il potenziale della squadra»
Si alza, saluta e se ne va Oscar il Maestro. Vuole vedere Argentina-Iran. Poi lui e il suo staff si riguarderanno Italia-Costa Rica. Di certo non resteranno impressionati da noi.
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