Tercas Teramo, il carattere non basta
I biancorossi sfiorano una clamorosa rimonta all’Adriatic Arena.
PESARO. Ci sono modi e modi per perdere e Teramo sceglie quello migliore (non chiamatelo paradosso), il più autoritario, tirando fuori un carattere di ferro, giocando un basket a tratti straordinario, restando sempre incollata ad una Scavolini mostruosa, sensazionale sull’asse Green-Williams-Hicks, molto più forte di una classifica bugiarda.
Ci sono modi e modi di perdere e quando nella sconfitta emerge il coraggio dei leoni (vedi la bomba di Hoover che a meno di un minuto dal termine rimette in discussione tutto) c’è soltanto da applaudire. La forza della Banca Tercas si manifesta fin dalla palla a due, dall’intensità con cui il quintetto iniziale (Poeta, Diener, Jones, Amoroso e Stanescu) assale la partita ed indiavola i ritmi. Non c’è tregua. Soltanto spettacolo puro, da stropicciarsi gli occhi.
Pesaro vuol sfruttare il suo enorme potenziale d’attacco aggrappandosi alla roccia Williams e ai pick and roll partoriti dall’estro di Marques Green; Teramo ha efficaci soluzioni di gioco per aggirare il muro Scavolini e rispondere colpo su colpo. Le difese sono toste, ma vengono aggirate da giocate brillanti, ariose, rapide. La sequenza iniziale è un inno all’essenza del basket: Amoroso inchioda da tre, Williams vola in cielo e schiaccia (4-3), Hicks e Jones si sfidano a suon di bombe e anche Poeta, che non è un tiratore scelto dalla lunga distanza, sistema una tripla da applausi che sembra spostare l’ago della bilancia in direzione Teramo (9-13).
Sembra ma non è, perché la Scavolini non è monotematica e, anche quando coach Capobianco s’affida alla regia atipica di Diener (fuori Poeta) per incollare Green, riesce ad allargare il proprio raggio d’azione trovando anzi linfa e vantaggi nell’azzardo strategico della Banca Tercas. Un break di 7-0 rinvigorisce la Scavolini e porta Capobianco a tornare sui suoi passi: Poeta riprende in consegna la regia e Teramo limita i danni chiudendo il primo quarto sotto di quattro (22-18).
Van Rossom inaugura i secondi dieci minuti con la tripla del più 7, Cinciarini trova il canestro del 29-21, ma Teramo è squadra da rotazioni e dalla panchina pesca due jolly: il primo è Jurak, che monta una super guardia su Williams; il secondo è Cerella, che col suo pressing alto annebbia le idee a Green. In un amen la Tercas avanza nel punteggio e con due bombe consecutive (Cerella e Diener) tocca il massimo vantaggio sul 31-38. Dalmonte chiama time-out e Pesaro si scuote rientrando in partita col monumentale Williams e col contributo forte di Cvektovic (4 punti di fila) per chiudere sul 40-40 all’intervallo lungo.
Nel terzo quarto che l’equilibrio si spezza e l’inerzia si sposta in direzione Pesaro: Green offre assist magnifici, Williams non ne sbaglia una, ma ci pensa Hicks a spaccare la difesa teramana realizzando ben dieci dei ventotto punti firmati Scavolini nel terzo quarto. Guai, però, a dare per spacciata la Tercas, che non molla di un centrimetro. E quando Hoover, con coraggio ed incoscienza, trova da fuori la tripla del meno 2 (80-78) Pesaro trema e si salva solo grazie alla lucidità spaventosa di Green, che costringe Diener al fallo e dalla lunetta inserisce il mirino di precisione per l’82-78 finale.

Ci sono modi e modi di perdere e quando nella sconfitta emerge il coraggio dei leoni (vedi la bomba di Hoover che a meno di un minuto dal termine rimette in discussione tutto) c’è soltanto da applaudire. La forza della Banca Tercas si manifesta fin dalla palla a due, dall’intensità con cui il quintetto iniziale (Poeta, Diener, Jones, Amoroso e Stanescu) assale la partita ed indiavola i ritmi. Non c’è tregua. Soltanto spettacolo puro, da stropicciarsi gli occhi.
Pesaro vuol sfruttare il suo enorme potenziale d’attacco aggrappandosi alla roccia Williams e ai pick and roll partoriti dall’estro di Marques Green; Teramo ha efficaci soluzioni di gioco per aggirare il muro Scavolini e rispondere colpo su colpo. Le difese sono toste, ma vengono aggirate da giocate brillanti, ariose, rapide. La sequenza iniziale è un inno all’essenza del basket: Amoroso inchioda da tre, Williams vola in cielo e schiaccia (4-3), Hicks e Jones si sfidano a suon di bombe e anche Poeta, che non è un tiratore scelto dalla lunga distanza, sistema una tripla da applausi che sembra spostare l’ago della bilancia in direzione Teramo (9-13).
Sembra ma non è, perché la Scavolini non è monotematica e, anche quando coach Capobianco s’affida alla regia atipica di Diener (fuori Poeta) per incollare Green, riesce ad allargare il proprio raggio d’azione trovando anzi linfa e vantaggi nell’azzardo strategico della Banca Tercas. Un break di 7-0 rinvigorisce la Scavolini e porta Capobianco a tornare sui suoi passi: Poeta riprende in consegna la regia e Teramo limita i danni chiudendo il primo quarto sotto di quattro (22-18).
Van Rossom inaugura i secondi dieci minuti con la tripla del più 7, Cinciarini trova il canestro del 29-21, ma Teramo è squadra da rotazioni e dalla panchina pesca due jolly: il primo è Jurak, che monta una super guardia su Williams; il secondo è Cerella, che col suo pressing alto annebbia le idee a Green. In un amen la Tercas avanza nel punteggio e con due bombe consecutive (Cerella e Diener) tocca il massimo vantaggio sul 31-38. Dalmonte chiama time-out e Pesaro si scuote rientrando in partita col monumentale Williams e col contributo forte di Cvektovic (4 punti di fila) per chiudere sul 40-40 all’intervallo lungo.
Nel terzo quarto che l’equilibrio si spezza e l’inerzia si sposta in direzione Pesaro: Green offre assist magnifici, Williams non ne sbaglia una, ma ci pensa Hicks a spaccare la difesa teramana realizzando ben dieci dei ventotto punti firmati Scavolini nel terzo quarto. Guai, però, a dare per spacciata la Tercas, che non molla di un centrimetro. E quando Hoover, con coraggio ed incoscienza, trova da fuori la tripla del meno 2 (80-78) Pesaro trema e si salva solo grazie alla lucidità spaventosa di Green, che costringe Diener al fallo e dalla lunetta inserisce il mirino di precisione per l’82-78 finale.