Ultima gara senza tifosi, il Pescara ora ci spera 

La società attende l’ok per far entrare almeno gli abbonati col Perugia

PESCARA. Sarebbe un dramma abituarsi a un calcio senza pubblico. Di nuovo atmosfera tetra all’Adriatico, come in tutti gli stadi italiani. Pescara ed Empoli in campo in un silenzio assordante, innaturale, non più accettabile. Bisogna riaprire, con le dovute precauzioni, e la società spera di avere l’ok per l’ingresso degli abbonati già per la prossima partita casalinga contro il Perugia (venerdì 10 luglio). Rispetto alla gara con la Juve Stabia il totale dei presenti si avvicina ai 300 (massimo consentito) grazie all’aumento degli accessi riservati a giornalisti, da 10 a 30, e fotografi, da 10 a 15. Per il resto, stessa procedura all’ingresso con misurazione della temperatura e controllo con il saturimetro, percorsi riservati, i 6 raccattapalle (maggiorenni) che prendono posizione e il lancio della monetina per il sorteggio senza strette di mano tra arbitri e capitani.
La playlist di Legrottaglie. Come era accaduto nel match con la Juve Stabia dello scorso 20 giugno, i biancazzurri cercano di caricarsi con la musica scelta da Nicola Legrottaglie che viene diffusa al massimo del volume dagli altoparlanti. Playlist invariata, si comincia con “Live is Life”, il tormentone degli Opus del 1985 che divenne ancora più celebre quattro anni dopo. La canzone, infatti, fu trasmessa all’Olympiastadion di Monaco, il vecchio stadio del Bayern, nel ritorno della semifinale di coppa Uefa tra i tedeschi e il Napoli, con Diego Armando Maradona che iniziò a scaldarsi danzando a ritmo di musica. La lista di Legrottaglie comprende anche “Ti porto via con me” di Jovanotti, “Faded” di Alan Walker e un paio di colonne sonore che però non sortiscono gli effetti sperati. E se i padroni di casa si affidano alle note musicali, il difensore dell’Empoli, Sierralta, si rivolge al Signore pregando poco prima del fischio d’inizio. Per almeno metà del primo tempo, l’undici dell’ex Pasquale Marino è più intraprendente, il Delfino fa fatica ad alzare il baricentro e a rendersi pericoloso.
La rete annullata. Al 19’ l’Empoli sblocca il risultato con un sinistro da fuori area di Balkovec. L’arbitro Ayroldi convalida il gol, ma dopo qualche secondo (in verità troppi) il secondo assistente, Marchi di Bologna, alza la bandierina spegnendo la lunga esultanza degli ospiti. Decisive, forse, le vibranti proteste dei biancazzurri (Scognamiglio in particolare) che urlano a squarciagola richiamando la sua attenzione. La decisione non fa una piega poiché sulla conclusione di Balkovec, davanti a Fiorillo, c’è Bandinelli che ostacola la visuale del portiere del Delfino e addirittura effettua un balzo per far passare il pallone. Passano i minuti, c’è qualche fiammata da una parte e dall’altra, il caldo si fa sentire ed è impossibile chiedere di più ai 22 in campo. Allora, intorno al 24’, il direttore di gara ferma il gioco e ordina il “cooling break” (lo farà anche nella ripresa) consentendo ai calciatori di rinfrescarsi.
Il secondo tempo. Al 15’ entra il grande ex Leonardo Mancuso, ma l’assenza di pubblico non gli permette di ricevere gli applausi dei suo vecchi tifosi. Sarebbe stato accolto con un’ovazione, 28 gol realizzati in due stagioni non si dimenticano, ma forse gli spalti vuoti lo rendono più sereno. A Mancuso, infatti, basta poco per mettersi in mostra e innescare l’avanzata di Ciciretti che fa un capolavoro trafiggendo Fiorillo da fuori area (19’). Per fortuna del Delfino un altro ex, Romagnoli, si mette in mostra (stavolta in negativo) commettendo fallo da rigore su Maniero. Quest’ultimo trasforma il penalty tornando a segnare all’Empoli a distanza di oltre otto anni (21 gennaio 2012, 0-2 per il Delfino al Castellani). Altri tempi, in campo c’era il Pescara di Zeman che chiuse in vetta il torneo di B. Ora i punti servono per conservare la categoria e il pareggio può essere accolto senza rimorsi. Il 3-3 della Salernitana con la Cremonese lascia invariato il distacco dalla zona play out (5 punti), ma la strada verso la salvezza è ancora lunga.
Giovanni Tontodonati
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