La vittima Giuseppe Ciabattoni

Teramo, ucciso dal fratello durante la battuta di caccia: caso riaperto

Dopo l’archiviazione e l’istanza dei familiari di Giuseppe Ciabattoni, la Procura avvia nuove indagini e riascolta i testimoni

TERAMO. L’archiviazione aveva chiuso il caso, almeno dal punto di vista giudiziario. Ma i familiari non si erano arresi e avevano presentato istanza per la riapertura delle indagini sollevando alcuni quesiti. Evidentemente accolti visto che la Procura (il pm Greta Aloisi titolare del fascicolo) ha riaperto le indagini acquisendo altre testimonianze sulla morte del 49enne Giuseppe Ciabattoni, che nel dicembre del 2014 venne ucciso per errore durante una battuta di caccia al cinghiale dal fratello Alessandro. Dice l’avvocato Cataldo Mariano, che con il collega Giovanni Melchiorre assiste i familiari della vittima: «Vogliamo l’assoluta chiarezza sulla ricostruzione dei fatti, chiarezza che fino ad oggi crediamo sia mancata».
Giuseppe Ciabattoni morì mentre era a caccia con il fratello ed altri sulle colline tra le frazioni di Leognano e Bascianella. Il colpo calibro 12 esploso per errore gli trapassò cuore e polmone. Questo accertò l'autopsia eseguita dall'anatomopatologo Giuseppe Sciarra. A motivare il provvedimento di archiviazione, chiesto dalla Procura e accolto dal gip, un rilievo balistico che, secondo i legali, non sgombrerebbe i dubbi sulla traiettoria del proiettile e la posizione geografica di chi esplose il colpo mortale. Secondo questa ricostruzione il colpo di fucile sarebbe stato esploso contro un albero, poi sarebbe rimbalzato e quindi avrebbe colpito l’uomo. Un aspetto, quest’ultimo, fondamentale nell’istanza che i familiari hanno presentato per la riapertura delle indagini perchè, sostengono, ci sarebbero testimonianze diverse. E, sempre secondo i familiari e i loro legali, anche la distanza dall’albero che avrebbe deviato il proiettile conficcatosi nel corpo della vittima dovrebbe essere oggetto di una nuova valutazione. Dicono i legali: «Crediamo che la ricostruzione sin qui emersa non abbia chiarito tutti i dubbi. Su questa vicenda noi andremo fino in fondo». Ciabattoni, operaio, descritto da tutti come un gran lavoratore, era padre di tre figli. Grande appassionato di caccia, quel 6 dicembre del 2014 stava partecipando ad una battuta al cinghiale insieme al fratello Alessandro e ad alcuni amici. La tragedia, improvvisa, quasi a fine giornata. Dal fucile calibro 12 del fratello partì il colpo che lo colpì al torace e lo fece precipitare in un canalone. Il fratello, per lo shock, accusò un malore. Morte sul colpo accerterà successivamente l’autopsia. Scattò l’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo per Alessandro e si misero nero su bianco le prime ricostruzioni. Con tanto di consulenza balistica. Fino alla richiesta d’archiviazione della Procura e alla successiva archiviazione del gip. Ora le nuove indagini.
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