A sei mesi non soffre, tolto alla madre

Per i giudici non esiste in tenera età il trauma da distacco, bimbo dato in affidamento

TERAMO. Il giudice non ha dubbi: a sei mesi un bambino non soffre il trauma da distacco. Può essere tolto ai genitori. E’ la storia del piccolo F. di Tortoreto, l’ultimo di cinque figli di una coppia rom accusata di spaccio di droga. F. è ancora allattato al seno della madre quando, il 5 agosto dello scorso anno, un’assistente sociale lo va a prendere e lo porta in una casa protetta del Nord Italia. L’assistente non è d’accordo con la decisione drastica e lo scrive in una relazione inviata al tribunale. Ma deve comunque allontanare il bambino dalla madre per ordine del giudice.

F. viene alla luce il 23 gennaio dello scorso anno. Trascorre con la madre pochi mesi. Poi la donna viene accusata insieme con il marito, finisce in carcere a Teramo e il bimbo resta rinchiuso in cella con lei che lo nutre al seno. Ma il 6 luglio parte l’ordine di togliere i figli alla coppia rom e di avviare l’adozione. La difesa impugna il provvedimento. Il 5 gennaio scorso il ricorso viene però rigettato con un decreto in cui c’è la frase che fa discutere. Il piccolo F. non può provare alcuna sofferenza per il distacco perché «per la sua tenera età, non è in condizioni di subìre traumi psichici gravi e irreparabili». Così sostiene il giudice.

E’ vero che i genitori del bimbo sono accusati di spaccio e che la procura ipotizza anche un reato più grave, l’aver utilizzato due dei cinque figli per nascondere la droga. Ma la frase al centro del provvedimento della corte d’Appello dell’Aquila prescinde dai reati e dalla storia di questa coppia. Il giudice, infatti, motiva la decisione affermando che comunque il distacco non causa shock da abbandono al piccolo F. perché ha solo sei mesi. E’ giusto affermare che un bimbo in tenera età non abbia sentimenti verso la madre? I difensori della coppia rom, gli avvocati Vincenzo Di Nanna e Paola Pedicone, sostengono che non sia così.

Secondo un esperto interpellato dal Centro il trauma c’è. Secondo l’assistente sociale che ad agosto è stata incaricata di andare a prendere F. per portarlo nella casa protetta: «Il piccolo ha avuto un distacco dalla figura materna, dal suo seno, che, ovviamente, non era solo un simbolo nutrizionale, ma di protezione, sicurezza a amore».
Chi ha ragione, il giudice che afferma che non c’è trauma da distacco? Oppure l’assistente sociale che, nella relazione, scrive: «I genitori dei piccoli si presentavano come una coppia molto unita e legatissima agli affetti familiari»

Quando l’assistente sociale incontra la madre rom, questa sta allattando il piccolo F. E quando scrive la relazione mette al primo posto gli affetti familiari al di là dei reati ipotizzati verso il padre e la madre del bimbo. E conclude: «La situazione di questi minori è sicuramente delicata. Di colpo si sono trovati senza più alcun legame affettivo, per colpe sicuramente non loro».