Accumula 240mila euro di debiti con vent’anni di lavori precari 

Prima operaio e poi imprenditore con moglie e tre figli a carico viene salvato dalla legge anti-suicidi Il teramano, che è anche cardiopatico, ora ha trovato un’occupazione e restituirà il 10% della somma

TERAMO. Più di venti anni di lavori precari, intervallati da lunghi periodi di disoccupazione, poi il tentativo di risollevarsi aprendo una piccola impresa di abbigliamento, che non è decollata. Un’altalena di periodi bui e di poche luci, che ha portato un teramano ad accumulare 240mila euro di debiti per far sopravvivere tutta la famiglia, composta da moglie e tre figli.
L’uomo ha deciso dunque di rivolgersi all’Adusbef e al suo delegato provinciale, l’avvocato Berardo Di Ferdinando. E ha presentato domanda di liquidazione per uscire dalla situazione di sovraindebitamento in base alla cosiddetta “legge anti suicidi”. Alla fine la domanda – redatta da Di Ferdinando e dal commercialista Gianni D’Alessandro come assistente tecnico – è stata accolta, con un decreto dal giudice monocratico Ninetta D’Ignazio.
La storia inizia nel 1996 quando l’uomo perde il lavoro e contemporaneamente i genitori perdono tutte le proprietà immobiliari, vendute all’asta, a causa di fideiussioni prestate al sistema bancario. Inizia un periodo di disoccupazione, in cui l’uomo fa anche lavori socialmente utili. Nell’estate del 1999 trova anche un’occupazione in un hotel. Ma i soldi non bastano per sopravvivere e la famiglia accumula debiti su debiti. La moglie è casalinga, i figli piccoli e nonostante qualche aiuto dei parenti la situazione economica è pesante. Dal Duemila al 2008 finalmente un lavoro in una fabbrica, che però, dopo aver tentato di resistere con periodi di cassa integrazione, ha ceduto alla crisi ed è fallita. Per sfuggire a un altro periodo senza lavoro l’uomo ha tentato di aprire un’aziendina, che però nel 2016 ha chiuso. Poi sono iniziati i problemi di cuore e i ricoveri in ospedale.
Un anno fa la decisione di sistemare la propria posizione debitoria rivolgendosi all’Adusbef: ora il debitore, che nel frattempo ha trovato un lavoro, in quattro anni pagherà in totale 25mila euro. E alla fine potrà chiedere l’esdebitazione per inesigibilità dei crediti insoddisfatti. (a.f.)
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