Accusato di maltrattare 4 figli: assoluzione per papà teramano 

L’uomo denunciato dalla ex moglie aveva avuto il divieto di avvicinamento alla donna e ai ragazzi Il tribunale dei minori gli ha prima sospeso e poi revocato la responsabilità genitoriale

TERAMO. I tempi lunghi dei procedimenti giudiziari non sono mai quelli della vita reale. A un papà teramano ci sono voluti sei anni, tra rinvii e cambi di giudici, per essere assolto (sentenza di primo grado) dalla pesante accusa di maltrattamenti nei confronti di quattro figli e della ex moglie. Nel frattempo il tribunale dei minori dell’Aquila ha prima sospeso e poi revocato la responsabilità genitoriale con i ragazzi che oggi sono diventati maggiorenni.
L’uomo, assistito dall’avvocato Tommaso Navarra, è stato assolto dall’accusa di maltrattamento perché il fatto non sussiste e da quella del mancato versamento dell’assegno di mantenimento perché il fatto non costituisce reato. Le motivazioni della sentenza pronunciata dal giudice monocratico Francesco Ferretti saranno depositate tra sessanta giorni.
La storia, di quelle che negli ultimi tempi riempono le aule di tribunale, inizia nel 2017 quando tra l’uomo, reduce da un grave incidente stradale, e la moglie iniziano i primi dissidi. La donna lo accusa di maltrattamenti psicologici e fisici avvenuti davanti ai figli all’epoca dei fatti tutti minorenni. Presenta denuncia, scattano le indagini e per l’uomo, un 40enne teramano, viene disposto il divieto di avvicinamento a donna e figli. Lui non si rassegna a non vedere i ragazzi: va davanti alle scuole e negli impianti sportivi frequentati per vederli. Scatta la segnalazione al tribunale dei minori che apre un procedimento: la responsabilità genitoriale viene prima sospesa e poi revocata. Nel frattempo inizia la causa di separazione. I figli vengono affidati alla mamma e viene stabilito un assegno di mantenimento di duemila euro: mille euro per la donna e mille per i quattro figli.
L’uomo, che dopo l’incidente percepisce una pensione di invalidità di 500 euro, non riesce a pagare. Il procedimento giudiziario va avanti e il quarantenne viene rinviato a giudizio sia per maltrattamenti sia per il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento. Il processo sconta vari ritardi e numerosi passaggi da un giudice all’altro. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale vengono sentiti svariati testi citati sia dalla pubblica accusa sia dalla difesa. Nessuno si costituisce parte civile
Così commenta l’avvocato: «Il quadro disgregativo familiare rappresenta una delle maggiori criticità attuali sul piano sociale, indipendemente dall’esito dei giudizi. Si perde sempre quella comunità familiare che è pietra fondante di qualsiasi società sana».
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