Ambulanze, scattano i tagli della Asl

A Martinsicuro, Alba Adriatica e a Montorio scoppia la mega protesta

TERAMO. Si espande a macchia d'olio la protesta per la soppressione o il forte ridimensionamento delle sedi del 118 gestite dai volontari. "Focolai" si sono accesi a Montorio, Alba Adriatica e Martinsicuro, dove molti della Croce Verde hanno partecipato al consiglio comunale.

In municipio, ieri pomeriggio a Martinsicuro, c'erano molti volontari della Croce Verde in divisa, mentre all'esterno erano parcheggiate le ambulanze. All'inizio del consiglio comunale truentino l'assessore ai servizi sociali Marcello Monti, presidente della Croce Verde locale e dell'Anpas regionale, ha ufficializzato che dal 1º maggio dalle 20 alle 8 del mattino la Croce Verde di Villa Rosa non svolge più il servizio con le ambulanze. L'intero consiglio ha espresso la propria solidarietà all'associazione, offrendo sostegno per tutte le iniziative che saranno portate avanti, volte a ripristinare il servizio.

Intanto è iniziata l'altroieri la raccolta di firme nei comuni di Montorio, Tossicia, Crognaleto, Pietracamela e Fano Adriano per "salvare" la postazione del 118 di Montorio, gestita dalla Croce Bianca. Dall'altroieri, infatti, la postazione di emergenza sanitaria territoriale che serve Montorio e le aree interne non funziona più nell'arco delle 24 ore: la Asl ha ridotto a 12 ore giornaliere il funzionamento del servizio, dalle 8 alle 20. Le forze politiche di centrodestra e centrosinistra insieme chiedono con la petizione popolare, indirizzata dai consigli comunali e dalla conferenza dei sindaci della Comunità montana del Gran Sasso al presidente e commissario della sanità della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, al sub-commissario Giovanna Baraldi e al direttore generale della Asl, Giustino Varrassi di rivedere il piano di emergenza sanitaria territoriale, ripristinando urgentemente il servizio sulle 24 ore a Montorio.

‹‹Non impoverite ulteriormente il territorio››, si legge nel documento, ‹‹svuotandolo di quei pochi servizi che ancora ci sono, sferrando l ennesimo colpo mortale al territorio montano, mettendo in difficoltà ulteriore un tessuto sociale che già è al massimo della sofferenza››.

Protesta anche la Croce bianca di Alba Adriatica, la cui postazione è stata proprio soppressa. ‹‹Ancora oggi, pur avendo dovuto accettare a malincuore la firma della nuova convenzione che prevede la soppressione del servizio, ci rimane difficile comprendere cosa abbia spinto la Asl a prendere una così drastica e incomprensibile decisione. Tale scelta rischia di provocare disservizi anche gravi ai cittadini. Lo scorso anno la Croce Bianca ha eseguito 414 interventi di emergenza/urgenza.

Servizi di emergenza che dal 1º maggio questa associazione non compie più. Ciò comporterà sicuramente un grave rischio per la salute dei cittadini poiché dubitiamo fortemente che possano essere rispettati tutti quei protocolli (tempo di intervento dalla chiamata, trasporto in tempo utile in ospedale) previsti in caso di emergenza››, scrive il presidente Giuliano De Berardinis. (a.f.;s.d.s.)

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