Assistenza a casa i medici di famiglia contro il piano Asl

Il sindacato Fimmg dice no all’ingresso dei privati Core: l’Adi deve restare pubblica, impugneremo il bando

TERAMO. No dei medici di famiglia all’affidamento dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) ai privati. Il segretario provinciale della Fimmg, il sindacato dei medici di base, Ercole Core è decisamente contro il progetto della Asl, che da settembre partirà con una sperimentazione che riguarda per ora solo la riabilitazione e i distretti di Teramo e Montorio.

Decisamente a favore, invece, di un altro progetto in via di realizzazione, la creazione delle Utap, maxi ambulatori in cui medici di base, specialisti ospedalieri e convenzionati offrono una serie di prestazioni, dalle visite mediche alle analisi, agli esami diagnostici. A breve si terrà una trattativa fra Asl e medici di base per dare il via alle Utap. Categorico invece il veto sull’esternalizzazione dell’Adi : i medici di famiglia sono disposti anche ad arrivare alle vie legali. «Non si vede come», esordisce Core, «sia possibile da una parte aprire Utap e nuclei di cure primarie (in cui si uniscono diversi medici di base, ndr) e non dare a queste strutture che stanno sul territorio la gestione dell’assistenza domiciliare integrata. L’Adi è un servizio fondamentale che si basa sull’intervento a domicilio di più operatori, dallo specialista all’infermiere, ma il vero responsabile per legge dell’attivazione e di tutta la funzione è il medico di famiglia. La Asl deve esercitare un ruolo di controllo sui protocolli di accesso e terapeutici. Gli operatori, poi, devono essere legati al territorio in cui operano e creare con gli assistiti un rapporto di fiducia che è alla base dell’Adi. La privatizzazione slega completamente gli operatori dal territorio». Core ha da ridire anche sul risparmio che l’esternalizzazione porterebbe e dà un’alternativa. «Una privatizzazione che si basa sul risparmio e non sulla razionalizzazione crea un’inefficienza del servizio, tant’è che i medici di famiglia nel fare nuclei di cure primarie e Utap hanno chiesto di aprire in queste strutture ambulatori infermierstici che evitano di attivare Adi inappropriate di persone demabulanti. Così si riesce a razionalizzare sul 30% della spesa che potremmo riutilizzare per allargare l’assistenza domiciliare. Per questo non serve una gara d’appalto ma basta utilizzare il contratto integrativo con i medici di famiglia».

Collegati al risparmio, anche dubbi sulle prestazioni. «La sperimentazione sulla fisioterapia costerebbe 18 euro a prestazione: significa che il fisioterapista ne deve fare 2-3 in un’ora per essere remunerativo. Quindi che prestazioni fa? Peraltro la riabilitazione ex articolo 26 non va inserita nell’Adi, ha un percorso diverso e presupposti diversi». Core propone di dare alle Utap la gestione dell’Adi sia per la parte infermieristica che fisioterapica, ma mantenendo il carattere totalmente pubblico dell’Adi. «Lotteremo perchè non si faccia questa sperimentazione e se sarà il caso adiremo anche le vie legali impugnando il bando. E chiediamo che si faccia un accordo aziendale con medici di famiglia, pediatri e guardia medica anche su questo: siamo in grado di gestire l’Adi e soggetti anche a maggiori controlli da parte della Asl».

Sulle Utap, la Fimmg è d’accordo su tutto. «Ma non deve andare a discapito delle strutture già aperte da anni (i nuclei di cure primarie ndr), di proprietà dei medici che vi hanno investito e che hanno già dato grandi risultati. Ci deve essere un rapporto paritario fra le strutture della Asl (Utap) e i “nuclei” dei medici di base. Secondo noi devono essere collegate sia per la gestione delle attività che come centri di prenotazione». Sull’apertura dell’Utap di Martinsicuro Core nutre dei dubbi in ordine alla struttura che già ospita la dialisi, mentre per Montorio, Mosciano, Notaresco, Bisenti ed Atri le strutture sono più o meno pronte.

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