la sentenza 

Assolto dall’accusa di spaccio Per il giudice è uso personale 

TERAMO. Era finito a processo con l’accusa di spaccio per aver ceduto hascisc ad un amico, ma il giudice lo ha assolto perchè il fatto non sussiste in quanto la sostanza era per uso personale di...

TERAMO. Era finito a processo con l’accusa di spaccio per aver ceduto hascisc ad un amico, ma il giudice lo ha assolto perchè il fatto non sussiste in quanto la sostanza era per uso personale di entrambi. E’ una sentenza che trae linfa da svariati pronunciamenti delle Cassazione quella firmata dal giudice onorario di tribunale Belinda Pignotti.
Scrive il magistrato richiamando sentenze della Suprema Corte: «La condotta appare connotata da una “omogeneità teleologica” che rende la sostanza acquistata come sin dall’origine codetenuta da tutti i membri del gruppo (o comunque del mandante) esclusivamente per il loro rispettivo uso personale. Le risultanze processuali non forniscono elementi oltre ogni ragionevole dubbio in ordine al fatto che l’imputato utilizzasse la sostanza stupefacente di sua pertinenza non solo per il consumo personale ma anche per la cessione a terzi».
L’uomo, un teramano di 40 anni difeso dall’avvocato Gianni Falconi, era accusato di aver consegnato all’altro, in varie occasioni, un quantitativo complessivo di circa 80 grammi. «Il dato quantitativo può essere un indice della destinazione ad uso non esclusivamente personale della sostanza stupefacente», si legge ancora nella sentenza, «ma non è ancora sufficiente per ritenere integrato il reato, in quanto deve concorrere con altre circostanze che, a parere del giudicante nel caso di specie, non sono sussistenti. Infatti la sostanza stupefacente non era confezionata in modo frazionata o che comunque facesse pensare ad un’attività di spaccio della stessa, così come non è stato rinvenuto, nella perquisizione domiciliare e personale al prevenuto, materiale per il confezionamento dello stupefacente o attrezzatura destinata all’attività di spaccio». (d.p.)
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