Banco alimentare, aiuti a 500 famiglie

A Teramo seguiti 307 casi a cui si sommano quelli di altri centri. Scarciolla: sempre meno fondi, 150 richieste in attesa

TERAMO. Le maglie della povertà s’allargano sotto i colpi di una crisi che non sembra aver fine. E Teramo non fa eccezione, anzi. Come sempre sono i numeri a dare il senso del dramma che attraversa tutta la provincia, solo fino a qualche anno fa punta avanzata del benessere economico in Abruzzo. Oggi non è più così, e a confermarlo ci sono i dati del Banco di Solidarietà di Teramo che parlano di una media di 307 famiglie teramane (ma non solo) che, nel 2013, sono state costrette a rivolgersi alla Onlus per avere un pacco alimentare con beni di prima necessità.

I NUMERI DELLA POVERTA’. Nel 2012 erano 330 ma il calo evidentemente è solo in apparenza. Nel calcolo totale, infatti, non ci sono più le 30 famiglie ora assistite dalla Protezione Civile di Bellante e le altre 50 di origine musulmana che prima ricevevano il pacco tramite l’imam della comunità islamica teramana. Con loro, la somma avrebbe sfiorato, per la prima volta da oltre dieci anni (da quando cioè esiste il Banco), la soglia critica delle 400 consegne mensili. Ma non è ancora finita. Se si contano i circa 100 nuclei sulla costa di cui si occupa il Banco di Roseto e i 30 affidati a quello di Montorio nell’area montana, ecco che il triste computo di chi oggi non ce la fa più andare avanti sale sopra quota 500. E in lista d’attesa, soltanto a Teramo, ci sono altre 150 richieste.

I NUOVI POVERI. La povertà aumenta e cambia volto. Sempre più gli italiani in estrema difficoltà, mentre tra gli stranieri cresce il numero di chi decide di tornare nel proprio Paese dove trovare sostegno nella famiglia d’origine. «Non solo», spiega il presidente del Banco di Solidarietà di Teramo, Giannicola Scarciolla, «tra i nuovi poveri non ci sono più soltanto i nuclei monoreddito, i pensionati, i precari. Adesso si rivolgono a noi molti disoccupati, chi non è più in cassintegrazione o ha finito la mobilità e non ha più neanche il paracadute degli ammortizzatori sociali». Gente senza un’entrata, seppure minima. Rispondere a tutte le richieste diventa difficile. «Le risorse che arrivano dall’Europa per gli aiuti alimentari alle persone indigenti», continua Scarciolla, «sono state dimezzate già l’anno scorso. E per quest’anno sono previsti nuovi tagli». L’unico sostegno alle attività del Banco arriva dai privati (aziende del territorio, supermercati…) e dalle raccolte alimentari e del farmaco che si ripetono anche più di una volta l’anno per far fronte alle necessità di un magazzino che altrimenti rischia di restare semivuoto. La consegna dei pacchi invece è affidata ai 150 volontari della onlus. Ed è il loro impegno a dare un messaggio di speranza: «C’è stato un aumento nel numero di chi ci dà una mano», chiude Scarciolla, «e, tra i nuovi volontari, ci sono anche persone che prima ci avevano chiesto un sostegno e ora hanno scelto di dare il loro aiuto a chi è in difficoltà. E’ un bel segnale in un momento così difficile».

Fabio Marini

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