Beni comunali invendibili La quarta asta va deserta 

Nessuna offerta per l’ex mattatoio, due ex scuole e due appartamenti L’amministrazione potrebbe decidere di fare una trattativa diretta

ROSETO. Tantissime aste in tre anni e mezzo per diversi beni, ma il Comune di Roseto non è riuscito a venderne nemmeno uno. Anche per la quarta asta, che comprendeva l’ex-mattatoio, le ex scuole di contrada Giardino e Piane Tordino, e gli appartamenti in corso Umberto a Montepagano, prevista per oggi alle 12, non è arrivata nessuna offerta.
I prezzi dei quattro beni proposti, ovvero 2.952.450 euro per l’ex mattatoio, 144mila e 132mila per le due ex-scuole, e 102mila per gli appartamenti, evidentemente sono ancora troppo alti. Ora il sindaco Sabatino Di Girolamo dovrà scegliere, insieme alla sua maggioranza, una valida alternativa per venderli, ma solo se gli imprenditori interessati decidano di accettare una minima riduzione del prezzo vigente qualora si andasse a trattativa diretta. «È l’ultima possibilità per chi vuole acquisire questi beni», disse a questo proposito Di Girolamo due settimane fa, «non è possibile procedere a ulteriori ribassi, per cui significherà che, se non dovessero pervenire neanche questa volta offerte, potremmo essere costretti a tenere noi questi beni».
Manca ormai un anno e mezzo alle prossime elezioni comunali e l’amministrazione Di Girolamo, prima di maggio 2021, vorrebbe vendere almeno uno dei beni comunali proposti: tra la fine gennaio e l’inizio di febbraio (data ancora da definire) ci sarà la terza asta per Villa Clemente, i parcheggi sotterranei di piazza Primo Maggio, l’appartamento nella palazzina ex-Monti e il terreno a nord, all’incrocio tra via Accolle e via Veronese. Sarà molto difficile, però, che il Comune riesca a vendere uno di questi quattro beni, in particolare Villa Clemente: la storica villa rosetana, infatti, è in condizioni davvero precarie, e un privato che decidesse di acquistarla dovrebbe poi investire diverse migliaia di euro per ristrutturarla. Senza dimenticare il terreno sul lungomare sud, delle “baracche”, rimasto invenduto dopo otto aste.
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