Blitz nei laboratori cinesi, al lavoro in nero indiani e albanesi

Operazione “Filorientale” nel Teramano: ispezionate 30 aziende, tutte irregolari. Sequestri per 8 milioni

TERAMO. Nuovi blitz nei laboratori cinesi in provincia di Teramo. Blitz della direzione provinciale del lavoro e dei carabinieri che ha messo in luce un nuovo fenomeno: adesso i cinesi sfruttano operai albanesi e indiatri trovati a lavorare in nero. L’operazione, chiamata “Filorientale”, si è svolta dal 4 febbraio al 22 marzo : gli ispettori della Direzione provinciale del lavoro e del nucleo carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, diretti dal direttore della Dpl di Teramo Fabrizia Sgattoni, con i militari del nucleo operativo del gruppo carabinieri Tutela del lavoro di Napoli comandati dal tenente colonnello Gaetano Restelli, con l'ausilio del personale delle stazioni carabinieri, hanno verificato la corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché l'emersione del lavoro nero e sommerso nei laboratori di confezioni e di pelletterie gestiti da etnie cinesi, presenti soprattutto nella zona della Val Vibrata.

Negli opifici sono state trovate postazioni di lavoro attrezzate con macchine da cucire, con capi di abbigliamento e pelletterie già lavorati o da confezionare, commissionati da famose griffe.

Si è ripetuto lo stesso squallido scenario, riscontrato nelle precedenti operazioni: nell'ambito degli stessi ambienti accanto agli strumenti di lavoro sono stati rinvenuti dormitori posticci, divisi dagli spazi lavorativi solo da pareti di cartongesso, e anche spazi adibiti a refettori. I locali di lavoro sono risultati privi di riscaldamento, umidi, fatiscenti e senza alcuna garanzia igienica e di sicurezza. Ambienti insalubri, in cui non esiste distinzione tra spazi lavorativi e spazi adibiti al riposo e alla vita familiare.

Nel corso dell'operazione sono stati controllati:30 laboratori tessili e di pelletterie, tutti irregolari; 296 lavoratori extracomunitari, di cui 75 in nero tra cui 16 clandestini ed un minore;sono stati operati 22 sequestri di immobili adibiti a laboratori e di macchinari per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza, per un valore complessivo di 8.477.000 euro. Gli immobili sono risultati tutti di proprietà di cittadini italiani;sono state impartite 1379 prescrizioni per contestazioni di violazioni alle normative in materia di sicurezza, per un importo complessivo di 7.074.524 euro di ammende;sono stati adottati n. 19 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale ;sono state contestate sanzioni amministrative per un importo di 333.450 euro; le omissioni e l'evasione contributiva accertate ammontano complessivamente ad 1.205.277 euro; denunciati 30 cittadini cinesi.

Le indagini hanno permesso di accertare che in alcuni casi le lavorazioni sono state svolte per conto di ditte italiane con sedi in questa provincia e in regioni limitrofe. Un fenomeno nuovo venuto alla luce nel corso delle ispezioni e che ha lasciato stupiti gli operatori è stato quello di trovare all'interno degli opifici lavoratori "in nero" di nazionalità albanese e indiana, nonché lavoratori italiani subordinati assoggettati alle direttive dei padroni cinesi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA