IL CASO DI atri

Bloccati i trasferimenti dalle sale operatorie

TERAMO. Il consiglio dei sanitari dà parere favorevole sull’atto aziendale. Un’approvazione a maggioranza (12 a favore, 4 contrari e 5 astenuti): l’organo della Asl, chiamato a dare un parere...

TERAMO.

Il consiglio dei sanitari dà parere favorevole sull’atto aziendale. Un’approvazione a maggioranza (12 a favore, 4 contrari e 5 astenuti): l’organo della Asl, chiamato a dare un parere obbligatorio ma non vincolante, ha promosso il documento sull’assetto futuro delle strutture sanitarie. Ma ha rimarcato che rispetto alle linee guida regionali «esistono alcune difformità (numero e consistenza dei dipartimenti, numero e distribuzione delle unità operative complesse) che, nel caso dei dipartimenti e unità operative complesse amministrativi sembrano estremanente lievitati». Vengono condivise le altre scelte ma il consiglio chiede «il ripristino dell’unità complessa di fisica sanitaria», l’inserimento di quella di neuropsichiatria infantile e di quella di farmacia territoriale. Il consiglio dei sanitari chiede di reinserire l’unità semplice di chirurgia maxillo-facciale. E si raccomanda «assolutamente» di cancellare le note «a direzione universitaria» accanto ai reparti «temporaneamente» a direzione universitaria.

Intanto ieri si è svolta la procedura di “raffreddamento” in prefettura sul trasferimento di tre infermieri dalle sale operatorie di Atri. Una decisione contro cui si è battuta la Fp Cgil che ha minacciato azioni di protesta. Ieri si è svolto l’incontro davanti al viceprefetto Salvatore Marino. La Asl era rappresentata dal manager Giustino Varrassi, dal direttore sanitario Camillo Antelli e del dipartimento Pierluigi Orsini, la Fp Cgil da Amedeo Marcattili e da Delo Tosi della Rsu. La Asl ha garantito che, a parte l’infermiere già trasferito, bloccherà gli altri due spostamenti. «E’ un risultato che ci soddisfa: blocca quello che secondo noi era un progetto di riduzione dell’attività delle sale operatorie. Ma si poteva ottenere con un semplice dialogo fra le parti, se solo avessero accettato la nostra richiesta di incontro», commenta Marcattili.