«Catastrofe annunciata, colpa dei pennelli» 

Parla il geologo Marrone: «Quelli messi a Villa Rosa hanno aggravato il fenomeno più a sud»

ALBA ADRIATICA. «Non chiamiamolo “fatto eccezionale”, perché era ampiamente previsto in quanto provocato dai pennelli perpendicolari». Durissimo il commento del geologo della Scuola Blu di Martinsicuro Giovanni Marrone, che da tempo è in prima linea nello studio e nella difesa della linea di costa del Teramano, negli ultimi anni anche per conto del Comune e degli operatori turistici di Alba Adriatica. Spiega il geologo, parlando nello specifico della situazione della costa della Val Vibrata, che in soli otto mesi ha subito due eventi disastrosi: «Il fenomeno delle mareggiate è naturale e ciclico, ma in questo tratto dell’Adriatico è amplificato dai pennelli perpendicolari che spostano l’erosione verso sud. La Regione Marche li vuole togliere mentre la Regione Abruzzo non solo ha continuato a metterli in questa zona fino al 2018, ma non ha mai nemmeno svolto la valutazione di impatto ambientale. L’abbiamo fatta noi grazie ai fondi dei privati. Per questo possiamo dire, dati alla mano, che l’erosione lungo la costa vibratiana si era stabilizzata negli anni scorsi, ma con i nuovi pennelli di Villa Rosa è stata risvegliata, tornando a inghiottire tra i 30 e i 40 metri di spiaggia: avevamo previsto che l’avrebbe fatto in due anni, sono bastati invece pochi mesi. A peggiorare la situazione della costa di Alba, inoltre, ci sono anche le condizioni della Bambinopoli, la quale, perdendo la sabbia che prima la circondava, produce oggi gli stessi effetti di un pennello perpendicolare».
Riassume Marrone: «Possiamo dire che Alba sta vivendo quello che ha vissuto qualche anno fa Martinsicuro, mentre Tortoreto, dove si stanno vedendo le prime avvisaglie dell’erosione come la scomparsa di una secca, sta vivendo quello che ha vissuto Alba Adriatica nel recente passato. La situazione ormai è critica, provocata da deficit tecnici e politici che lamentiamo da vent’anni. Ora si possono solo mettere delle “toppe”, come piazzare barriere parallele in breve tempo per tutta l’unità dalla foce del Tronto al porto di Giulianova e, nel frattempo, effettuare corposi ripascimenti, che sono utili come palliativi e hanno durata limitata al massimo a un anno».(l.t.)
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