Centinaia di fedeli per la prima pietra benedetta dal Papa

Colleatterrato, via ai lavori della futura chiesa del Risorto Il vescovo Seccia: «Dobbiamo essere una comunità viva»

TERAMO. Eccola lì, la prima pietra della chiesa del Risorto, con tanto di iscrizione ricordo della benedizione di papa Francesco, impressa a caratteri cubitali. Una pietra miliare nella storia del quartiere residenziale di Colleatterrato, divenuto nel giro di pochi anni uno dei più abitati in città. Fino a questo punto, il luogo di culto di riferimento per i residenti della zona è stato è stato un vecchio stabile della Cogefar e, prima ancora, la messa si diceva all’interno di un garage.

Da ieri, la storia della parrocchia di Santa Maria in Cartecchio ha segnato un nuovo corso con una funzione religiosa che di fatto inaugura i lavori per la realizzazione della nuova struttura. Una chiesa da 4 milioni di euro in grado di ospitare 450 persone. Sicuramente diventerà uno dei punti di riferimento per la diocesi, anche grazie a un progetto innovativo che la renderà un importante luogo di aggregazione in grado di ospitare concerti e congressi.

«Si tratta di un’opera importante per questa comunità», dice il vescovo Michele Seccia ai fedeli riuniti per la cerimonia, «ma dobbiamo tener presente che una Chiesa viva è fatta di pietre vive. Perché da tutto questo nasce una società viva». La cerimonia si apre con il canto del salmo 83 “Quanto sono amabili le tue dimore, signore”, sulle note dei cantori del movimento neocatecumenali. «Perché il Signore è il nostro architetto qualsiasi cosa noi facciamo», ricorda Silvio Fieri accogliendo i fedeli all’inizio della cerimonia.

Dopo di lui, prende la parola il sindaco Maurizio Brucchi, che cerca di condividere con la folla con la folla le emozioni della recente visita in vaticano da papa Bergoglio. «È stata una grande emozione», sottolinea, «che dà nuova linfa a tutto quello che noi facciamo». Brucchi ha anche annunciato la prossima inaugurazione di una farmacia nel quartiere. Un’area che è cresciuta a grandi ritmi. «Sono di Colleatterrato basso e ricordo quando qui vivevano pochissime persone», spiega Alberto De Angelis, «questa zona si è completamente trasformata nel giro di poco tempo».

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