Comuni esclusi dalla procedura: annullata concessione petrolifera

Il Tar Lazio accoglie il ricorso dei sindaci di Bellante, Campli e Mosciano e blocca le trivelle È il primo provvedimento del genere in Italia. I “No Triv” esultano: «Avevamo tutti contro»

TERAMO. È stata depositata mercoledì la sentenza del Tar Lazio che annulla il permesso di ricerca di idrocarburi su terraferma denominato “Colle dei Nidi” dopo il ricorso presentato dai comuni di Bellante, Campli e Mosciano Sant’Angelo.

Non solo si tratta del primo ricorso in assoluto di questo genere, ma pone fine ai timori sollevati dalle comunità locali, in accordo con le amministrazioni, per le possibili ripercussioni che tali attività avrebbero avuto su un territorio dedito all’agricoltura e al turismo. «Costituisce un precedente a livello nazionale, stabilendo che non è possibile autorizzare queste ricerche senza interpellare le amministrazioni delle comunità locali», ha spiegato il sindaco di Bellante Mario Di Pietro, «l’azione è stata condotta assieme ai sindaci di Mosciano e Campli. Se ne sono occupati in l’avvocato Paolo Colasante e il professor Enzo Di Salvatore in qualità di consulente». Il ricorso accolto dal tribunale amministrativo del Lazio riguardava il permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi su una superficie di 83 chilometri quadrati tra le province di Teramo e Ascoli , rilasciato dal ministero dello Sviluppo Economico nel luglio del 2013 alle società Gas Plus Italiana, Medoilgas Italia e Petrorep Italiana. Il decreto ministeriale è stato annullato dal Tar perché non è stato consentito alle amministrazioni locali di partecipare al procedimento. In una nota diffusa dall’amministrazione comunale di Bellante, viene specificato che, secondo Di Salvatore e Colasante, non può «escludersi la valenza di precedente di questa decisione anche nei confronti di altri titoli minerari rilasciati (o in corso di rilascio) nelle Regioni Abruzzo e Marche, così come nel resto del territorio nazionale».

Oltre a Di Pietro, anche gli altri sindaci che hanno iniziato l’azione, sostenuta nella sua parte finale anche dalla Provincia di Teramo, esprimono la propria soddisfazione. Sono Orazio Di Marcello per Mosciano Sant’Angelo, attualmente guidato da Giuliano Galiffi, e Gabriele Giovannini per Campli, ora amministrata da Pietro Quaresimale. Anche Enrico Gagliano, presidente del comitato abruzzese “Difesa beni comuni” e tra i co-fondatori del coordinamento nazionale “No Triv”, spiega che la sentenza è il primo ricorso in assoluto per la ricerca di idrocarburi presentato dai Comuni, non solo in Abruzzo ma in Italia: «Speravamo in un risultato molto prima, già a fine novembre, ma va bene così. Avevamo contro le avvocature delle compagnie, del ministero dello Sviluppo Economico e delle Marche, che aveva il Comune di Spinetoli, il più esposto nella provincia di Ascoli Piceno». Il permesso di ricerca per idrocarburi “Colle dei Nidi”, oltre ad interessare gran parte del territorio teramano, arrivava fino alla provincia ascolana dove, come ricorda Gagliano, in futuro dovrebbe sorgere l'impianto di stoccaggio gas "San Benedetto” in un’area vicina a quella di Colle dei Nidi. La sentenza del Tar dovrebbe aver scongiurato per il momento la possibilità di avere un’unica zona di stoccaggio situata nella zona agraria di San Benedetto, nel cui sottosuolo si trova una sorta di “serbatoio naturale” che potrebbe essere utilizzata per contenere centinaia di milioni di metri cubi di gas.

Chiara Di Giovannantonio

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