Consiglio blindato per gli ultrà

Contestazioni per lo stadio: il prefetto invia le forze dell'ordine

TERAMO. La rabbia degli ultras questa volta potrebbe rimanere fuori perchè quello in programma per oggi, a partire dalle 8,30 al Parco della scienza, sarà un consiglio comunale blindato.  Meno spazio al pubblico, meno ingressi a disposizione e più controlli da parte delle forze dell'ordine che saranno schierate in modo rilevante (si parla di una dozzina di agenti, tra polizia, vigili urbani e carabinieri).  Nell'auditorium del Parco della scienza verranno tolte alcune file di posti a sedere destinate al pubblico e sarà consentito l'accesso solo da due ingressi in fondo alla sala.  Il tutto per evitare che possa esplodere di nuovo la protesta degli ultras in difesa del vecchio stadio comunale.  

LE ORIGINI.
Una battaglia che li ha portati a promuovere, con la raccolta di 5000 firme, il referendum per bloccare l'abbattimento dello storico impianto: il no alla consultazione arrivato dal sindaco Brucchi, sulla base di un parere del ministero degli Interni, ha fatto di nuovo salire la tensione tra i tifosi, soprattutto in occasione della discussione in consiglio del regolamento che dovrà disciplinare l'indizione dei prossimi referendum popolari in città.  Le precauzioni prese oggi dalla prefettura mirano ad evitare che gli ultras possano di nuovo irrompere e interrompere il consiglio con grida, insulti e slogan. 

I PRECEDENTI. Le contestazioni degli ultras negli ultimi tempi sono esplose, infatti, in un crescendo continuo e non solo durante le sedute del consiglio.  L'ultimo episodio fresco nella memoria è quello di lunedì sera in piazza Martiri durante la serata di presentazione della nuova formazione del Teramo Calcio.  Un gruppo di tifosi, assiepati sulla scalinata del duomo con degli striscioni, non ha perso infatti l'occasione per lanciare insulti e slogan contro il sindaco. 

La stessa dinamica era andata in scena anche lo scorso 15 luglio, in occasione dell'ultima seduta del consiglio comunale nella quale si discuteva appunto di referendum.  La protesta degli ultras si era infuocata dopo la bocciatura dell'emendamento del Partito democratico - che appoggia le ragioni dei tifosi - e la prima votazione (a maggioranza di due terzi) andata a vuoto.  Al grido di «Ladri, vergognatevi» i tifosi si erano scagliati quindi con violenza contro Brucchi, gli assessori presenti e contro alcuni consiglieri della maggioranza, che avevano poi abbandonato poi l'aula scortati dalle forze dell'ordine.  Il presidente del consiglio comunale era stato costretto in quell'occasione a sospendere la seduta per diversi minuti.  

GLI ARGOMENTI DI OGGI.
Il tema caldo del regolamento per il referendum sarà ancora oggi al centro del consiglio, insieme alla discussione sull'alienazione di un'area di proprietà del Comune a Nepezzano e di una strada in contrada Fonte del Latte.  Le misure di sicurezza messe in campo renderanno sicuramente più difficile la contestazione anche se un altro importante banco di prova per il contenimento della protesta potrebbe essere la seduta prevista per il 6 agosto.  In quell'occasione il consiglio tornerà a riunirsi nella sala consiliare di piazza Orsini che sarà inaugurata in quell'occasione dopo i lavori di restauro seguiti al terremoto.  In quel caso la contestazione potrebbe rivelarsi più difficile da gestire e potrebbe esplodere in pieno centro storico come già accaduto in altre occasioni. 

IL PROJECT FINANCING. A non andare giù agli ultras, insieme alla mancata convocazione del referendum, è il project financing che vedrà nascere al posto del vecchio stadio un'area con parcheggi, un ristorante, una multisala e il nuovo teatro.  La ditta marchigiana Straferro di Centobuchi - ideatrice del progetto - realizzerà a proprie spese il complesso in cambio della possibilità di costruire e vendere circa 150 appartamenti. 

L'area interessata non sarebbe solo quella del vecchio stadio ma anche quella alle spalle del santuario della Madonna della Grazie, che comprende i terreni sui quali sorgono, tra l'altro, i capannoni annessi all'ex caserma Mezzacapo di via dell'Orto agrario.  Immobili - del valore inventariale di oltre 200mila euro - finora non di proprietà del Comune ma censiti tra i beni demaniali che lo Stato sta trasferendo in questi giorni, senza oneri, agli enti locali in applicazione del federalismo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA