De Iuliis, fra convegni e fornelli la studiosa diventa foodblogger 

Accanto all’attività professionale da dirigente del settore comunicazione dello Zooprofilattico da aprile pubblica foto di piatti e ricette su Facebook, Instagram e ultimamente su Youtube

TERAMO. Libri e fornelli, conferenze internazionali e ricette. È l’essenza della vita di Carla De Iuliis, una dirigente pubblica teramana che agli impegni familiari e lavorativi accompagna quelli culinari. È ormai da tempo una foodblogger, attiva su Facebook, Instagram e ultimamente anche con un canale Youtube.
La sua carriera, i suoi interessi lavorativi, sono lontanissimi dalla cucina.
«Mi sono laureata in giurisprudenza a Bologna nel febbraio 1994, ho fatto inizialmente la pratica da avvocato, ma dopo qualche mese ho vinto il concorso da dirigente amministrativo allo Zooprofilattico. Nel febbraio 1995 ho iniziato a lavorare occupandomi di progetti di ricerca e poi per 14 anni sono stata alle Risorse umane. In questo lasso di tempo sono diventata madre – ho avuto due figli, Valentina e Lorenzo – con un marito (Nicola Ferri, dirigente dello Zooprofilattico, ndr) che spesso era all'estero per lavoro. Appena i figli si sono resi indipendenti, ho avvertito il bisogno di scrollarmi di dosso la routine, di reinventarmi».
È stato allora che ha scoperto la passione per la cucina?
«No, tutt’altro. Il bisogno di fare qualcosa di diverso e conoscere altre realtà mi ha indotto a iscrivermi al master universitario di secondo livello a Chieti sulla direzione e management delle aziende sanitarie. E da allora non ho mai smesso di studiare. Il dottorato di ricerca sui fondi europei e le politiche di coesione mi ha portato poi a fare due mesi di stage alla Regione e in Spagna all'università “Complutense de Madrid” per approfondire gli argomenti della tesi. È stato compatibile con la famiglia, organizzando i miei impegni con quelli di mio marito. Da allora ho cominciato a girare l'Europa sia per il dottorato che dopo, nel 2017 quando sono rientrata in istituto, per partecipare a convegni e conferenze per illustrare lavori di ricerca e le attività svolte in istituto. E dal 2018, a fronte di una riorganizzazione aziendale, sono responsabile dei servizi bibliotecari e comunicazione. È un’attività che mi fa viaggiare spesso. Ultimamente sono stata a presentare un lavoro di ricerca a La Sapienza nella conferenza internazionale sulla scientometria o a Milano nell'ambito del Festival dedicato al gatto per presentare la pubblicazione sui comportamenti del gatto realizzata dal settore comunicazione istituzionale dell'istituto. O a Malaga alla conferenza internazionale sulla trasparenza, dove ho presentato una relazione sul rapporto fra pubblica amministrazione e utilizzo dei social media. Faccio, fra l’altro, parte anche della segreteria organizzativa del Forum del Gran Sasso. Quello che mi affascina è conoscere mondi nuovi, realtà nuove, conoscere persone diverse».
Impegni su vari fronti, dunque, ma non paga ha pensato anche di fare la foodblogger.
«Se è per questo ho preso anche una seconda laurea a marzo 2019, una laurea magistrale in Scienze delle amministrazioni, sempre approfondendo tutto il tema della comunicazione. Sempre per tenere la mente allenata e in movimento. Mi fa stare meglio: sostanzialmente sento il bisogno di non annoiarmi. E a febbraio 2019, quando preparavo la tesi della seconda laurea, avevo un ritmo fra lavoro e studio piuttosto serrato ma avendo la passione per la cucina, vidi una mia collega che aveva appena iniziato a fare la blogger di cucina. Io ho sempre avuto la passione per i fornelli, che su di me hanno un effetto rilassante, così ho iniziato anch’io. È una passione e un hobby di famiglia: ricordo che mia zia Gabriella, che è stata primario oculista al Mazzini, dopo ore in reparto, tornava a casa e si metteva ai fornelli con risultati magnifici. Una passione trasmessa anche alle mie sorelle Giulia e Raffaella, che però fanno un tipo di cucina più tradizionale, diversa rispetto alla mia».
Quali sono stati i primi passi da foodblogger?
«Avevo la pagina Instagram Carla la Contessina, perchè questo era il soprannome che affettuosamente mi dava mio padre ma non la utilizzavo. A dire il vero mi chiamava anche orso Yoghi perchè mettevo miele dappertutto. Ho iniziato per gioco, per rilassarmi, a cucinare e a postare i piatti, abbinandoci un testo sull'origine degli alimenti o su delle curiosità sul piatto. La prima foto è stata una riproposizione della pizza Margherita di Cracco: ho postato le due foto della mia e della sua pizza a confronto, così per gioco. Da allora tutti i giorni realizzo un piatto che posto a ora di cena e da qualche mese anche la colazione, sia su Instagram che su Facebook. Dopo qualche mese, intorno ad aprile, il fondatore della pagina Fb "Accademia della cucina teramana", Marco De Siati, mi ha proposto di essere un amministratore della pagina. Invito che ho accettato con entusiasmo, per me è una sorta di riconoscimento per un'attività che svolgo a tempo perso, accanto all'impegno quotidiano di cucinare per la famiglia. Non a caso "uso" mio marito e i miei figli come cavie per nuove ricette da proporre al mio pubblico, e garantisco che sono giudici molto severi».
Ma come riesce a conciliare tutti questi impegni?
«È vero, le persone mi chiedono spesso come faccio a portare avanti tutte queste cose: si tratta di attività che mi piacciono e quindi riesco a farle senza sforzo. Non mi sento Wonder Woman, come qualcuno dice prendendomi in giro. A dire il vero le foto dei piatti me le scatto da sola con il telefonino e se so di dover andare fuori mi preparo due-tre piatti di scorta che poi posto ogni sera».
E ora si è aggiunto anche il canale Youtube.
«Un cameraman, Pierpaolo Cantagalli, avendo visto il blog, mi ha dato l'idea e mi ha proposto di collaborare per creare un canale Youtube dove postiamo piccole videoricette ogni dieci giorni circa. Per ora giriamo a casa sua, ma stiamo sistemando il posto dove girare i video: sto allestendo la mia taverna anche per avere uno spazio idoneo dove poter mangiare e stare insieme con gli amici».
Che tipo di attività c’è dietro l’obiettivo?
«Vado sempre a cercare il prodotto particolare o cerco di valorizzare i prodotti del territorio. E qualche azienda agroalimentare peraltro mi contatta, con il sistema dei tag all'interno delle pagine. È importante anche una particolare cura dell'estetica del piatto. Quando mi sono laureata, a marzo, non a caso i miei colleghi di ufficio mi hanno regalato una serie di piatti e utensili, facendomeli ritrovare sulla scrivania.
Vede il suo futuro davanti ai fornelli o davanti al computer?
«Entrambe le cose. Il lavoro nel campo della comunicazione istituzionale mi piace, peraltro penso mi abbia aiutato anche nella mia attività di foodblogger».
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