Delfico, c’è l’appello a Mattarella

30 Ottobre 2024

Studenti e docenti: «Presidente, intervenga per far riaprire il nostro istituto»

TERAMO. «Le chiediamo un Suo autorevole intervento, affinché venga ripristinata una situazione di legalità e venga garantito il diritto allo studio, alla sicurezza e al lavoro per tutti». È questo il passaggio chiave della lettera-appello indirizzata dalla comunità scolastica del Delfico al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Personale e studenti di Convitto e liceo chiedono «la tempestiva riapertura del nostro istituto, con tutte le verifiche tecniche necessarie e una futura chiusura programmata per fare i necessari lavori di adeguamento con previsione di spazi scolastici alternativi». Per loro è la soluzione meno dolorosa per ovviare al sequestro dell’edificio di piazza Dante disposto dalla Procura per motivi di sicurezza.
«La situazione è particolarmente critica per gli studenti convittori, che, privati degli spazi adeguati allo studio e della normale vita convittuale, sono temporaneamente alloggiati, grazie all’intervento degli enti territoriali, in una struttura alberghiera locale, il cui costo è garantito esclusivamente per il primo mese. Inoltre, gli alunni del liceo coreutico sono stati privati delle aule danza, necessarie per svolgere le attività coreutiche, cosa che compromette seriamente il loro percorso formativo», spiegano i rappresentanti del Delfico, «le lezioni pomeridiane, introdotte per gli alunni dei licei scientifico, coreutico, musicale, classico ed europeo si stanno svolgendo in altre sedi e in tempi ridotti con lezioni di 35 minuti (dalle 14,20 alle 18), rendendo impossibile per gli studenti conciliare gli impegni scolastici con le attività extrascolastiche, sportive e musicali, nonché con le terapie riabilitative e sanitarie, di fatto negando in parte il diritto allo studio. In particolare, gli alunni che frequentano il liceo classico europeo, secondo tale scansione oraria, seguono sei unità orarie da 35 minuti al giorno, dal lunedì al venerdì, che non sono sufficienti a garantire il monte ore obbligatorio previsto dal curricolo pari a 38 ore settimanali per la prima, 39 ore settimanali per la seconda, 40 ore settimanali per terza e quarta e 42 ore per la quinta». Nella lettera vengono elencati ulteriori problemi che attengono ai trasporti pubblici che non sarebbero in grado di gestire «flussi di studenti in orario pomeridiano e a garantire un numero sufficiente di corse». (g.d.m.)