Di Carlo: ecco come applicheremo il Daspo
Controlli non solo in centro e all’Annunziata, ma anche scuole, parchi e zona del mercato coperto
GIULIANOVA. «Le zone individuate per applicare il Daspo urbano non dovranno essere presidiate ma solo controllate». A precisarlo è l’assessore con delega alla polizia municipale, Marco Di Carlo, che cerca di fugare tutti i dubbi riguardo le modalità di controllo sulle zone ritenute sensibili dall’amministrazione. Il Daspo urbano sarà portato nel prossimo consiglio comunale, probabilmente a fine mese, per l’approvazione, e l’amministrazione ha individuato moltissime zone dove applicarlo. Sono inclusi infatti tutti i parchi della città, le scuole e le chiese, ma non solo: è compreso anche il piazzale del cimitero che si affaccia su via Prato, la zona del mercato coperto, la stazione, il piazzale dell’ospedale, il centro storico e alcune vie del quartiere Annunziata, a Giulianova sud.
Tante zone, forse troppe per essere controllate dalla polizia municipale. «Non sono solo i vigili urbani a dover controllare queste zone», spiega Di Carlo, «ma anche le altre forze dell’ordine come i carabinieri e la polizia. Stiamo rivalutando la pianta organica della polizia municipale per renderla più efficiente e, soprattutto, per mettere più persone in strada». Attualmente sono 20 i vigili urbani nell’organico del Comune di Giulianova, un numero esiguo dovuto anche ai pensionamenti degli ultimi due anni. Di Carlo precisa che le zone individuate dove applicare il Daspo urbano «sono zone ritenute problematiche per la sicurezza pubblica, sulle quali è stato previsto il Daspo urbano. In sostanza è come i punti sulla patente: una volta c’era solo la multa e negli anni, per cercare di rendere ancora più efficaci le sanzioni e di far rispettare il codice stradale, hanno inserito i punti». Sono due le sanzioni possibili del Daspo urbano: l’ordine di allontanamento e il divieto di accesso. Nel primo caso, all’accertamento della violazione, l’organo di Polizia ordina al trasgressore di allontanarsi dalla zona dove ha commesso la violazione e di non farvi ritorno per un periodo di 48 ore. Se chi ha commesso la violazione, nell’arco delle 48 ore di divieto, rientra nella stessa zona, la norma del Decreto Sicurezza stabilisce una sanzione amministrativa del triplo di quella prevista, circa 300 euro. Nel caso in cui il trasgressore reiteri la violazione entra in gioco la seconda tipologia di sanzione accessoria, il divieto di accesso di rientrare nella zona in cui ha commesso la violazione. Quest’ultimo è un provvedimento adottato dal questore.
Luca Venanzi
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tante zone, forse troppe per essere controllate dalla polizia municipale. «Non sono solo i vigili urbani a dover controllare queste zone», spiega Di Carlo, «ma anche le altre forze dell’ordine come i carabinieri e la polizia. Stiamo rivalutando la pianta organica della polizia municipale per renderla più efficiente e, soprattutto, per mettere più persone in strada». Attualmente sono 20 i vigili urbani nell’organico del Comune di Giulianova, un numero esiguo dovuto anche ai pensionamenti degli ultimi due anni. Di Carlo precisa che le zone individuate dove applicare il Daspo urbano «sono zone ritenute problematiche per la sicurezza pubblica, sulle quali è stato previsto il Daspo urbano. In sostanza è come i punti sulla patente: una volta c’era solo la multa e negli anni, per cercare di rendere ancora più efficaci le sanzioni e di far rispettare il codice stradale, hanno inserito i punti». Sono due le sanzioni possibili del Daspo urbano: l’ordine di allontanamento e il divieto di accesso. Nel primo caso, all’accertamento della violazione, l’organo di Polizia ordina al trasgressore di allontanarsi dalla zona dove ha commesso la violazione e di non farvi ritorno per un periodo di 48 ore. Se chi ha commesso la violazione, nell’arco delle 48 ore di divieto, rientra nella stessa zona, la norma del Decreto Sicurezza stabilisce una sanzione amministrativa del triplo di quella prevista, circa 300 euro. Nel caso in cui il trasgressore reiteri la violazione entra in gioco la seconda tipologia di sanzione accessoria, il divieto di accesso di rientrare nella zona in cui ha commesso la violazione. Quest’ultimo è un provvedimento adottato dal questore.
Luca Venanzi
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