E’ inchiodato al letto ma salva azienda e operai

Campli, imprenditore affetto da una malattia rara firma l’accordo con i sindacati D’Ottavi: «Con il contratto di solidarietà e nuove produzioni a breve ripartiamo»

CAMPLI. Ha una malattia rarissima e incurabile, la sindrome dell’uomo rigido. La sua azienda opera in uno dei settori più martoriati dalla crisi, l’elettronica, visto che produce circuiti stampati. Il depuratore della sua industria, a Floriano di Campli, fu spazzato via dall’alluvione del 2011. Uno solo di questi guai avrebbe fatto gettare la spugna a qualsiasi altro.

Ma Vittorio D’Ottavi non ha spesso di lottare, anche quando l’anno scorso ha dovuto firmare un accordo per mettere in cassa integrazione straordinaria i 21 dipendenti della Cmt. E lunedì pomeriggio, a un anno dalla dolorosa firma dell’accordo per la Cigs, ha siglato un altro accordo, questa volta per il ricorso a un contratto di solidarietà che lo porterà, dal 1° ottobre, a ripartire con l’attività a pieno regime.

I sindacalisti sono andati a casa sua, a Sant’Egidio, per firmarlo visto che D’Ottavi è costretto a letto: la sindrome di cui soffre - in Italia non colpisce più di 50 persone - sostanzialmente paralizza le articolazioni.

La voce è sofferente, ma l’entusiasmo si percepisce lo stesso. «Dal 1° ottobre saremo operativi al 100%. E’ una soddisfazione dopo quattro anni in cui è successo di tutto», racconta l’imprenditore, «abbiamo ricostruito spendendo quasi 600mila euro il depuratore, abbiamo messo cabina per l'elettricità e due mesi fa abbiamo subito un’altra alluvione, per fortuna il depuratore questa volta ha subito danni minori, ma non abbiamo fatto nemmeno la richiesta danni, tanto l’altra volta non abbiamo ripreso niente. Ma con l'aiuto di tante persone, ce la stiamo facendo. La mia famiglia, mio figlio Marco e io abbiamo avuto il grande supporto, anche morale, delle maestranze e dei sindacati. Dopo 46 anni che faccio questo mestiere, non potevo mollare. In questi mesi abbiamo avuto un po’ di attività residua, qualche commessa, ora stiamo avviando anche una nuova attività di incisione sull’acciaio per l’industria meccanica. L’importante ora è ripartire. Ma chi ci governa dovrebbe capire che bisogna aiutare le piccole aziende e l’artigianato, la vera ossatura del sistema produttivo italiano».

«Con l’accordo per la solidarietà firmato lunedì», spiega Antonio Liberatori, segretario della Fim Cisl, «evitiamo le riduzioni di personale e manteniamo le professionalità in attesa di una ripartenza a pieno ritmo. E' importante che ci siano imprenditori che non mollano, nonostante i problemi di salute, l'alluvione e la crisi: D’Ottavi ha reinvestito, ha ricreato la struttura. Quello che frena e carenza delle commesse. Al di là del momento contingente di difficoltà, con l'aiuto degli ammortizzatori ora ci sono buone prospettive, grazie alla testardaggine dell'imprenditore che avrebbe potuto alzare le mani e mettersi tranquillo, a differenza di tanti altri che alla prima folata di vento abbandonano». Giampiero Dozzi, segretario della Fiom Cgil, osserva che questa «è una situazione emblematica. Un'azienda che prova in tutti i modi ad andare avanti, nonostante lo stato di salute assai precario del titolare e la crisi del settore dell'elettronica che è scomparso da questo territorio. Invece lui ci crede, rilancia, trova uno spazio puntando su un prodotto diverso nel multistrato. Non possiamo che cogliere positivamente questo elemento: in Italia si può produrre, che D’Ottavi sia d’esempio a chi getta la spugna con troppa tranquillità».

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