Esplode telefono, rischiano la morte

Incendio nella notte in una casa di Corropoli, famiglia in salvo

CORROPOLI. Il videotelefono esplode e va a fuoco, un’intera famiglia rischia di morire intossicata dal monossido di carbonio. La notte di paura si è consumata a Corropoli. L’incendio improvviso, innescato dal corto circuito, ha sorpreso nel sonno la famiglia Quaglia. Il videotelefono si trovava in sala da pranzo su un mobiletto in legno. A salvare la vita a padre, madre e fratello è stata la figlia più piccola che si è svegliata per il fumo nero e l’odore acre che avevano invaso l’abitazione. Nello Quaglia può raccontare la tragedia sfiorata. Parla e scuote la testa.
Non riesce a credere che un telefono possa prendere improvvisamente fuoco e mettere in pericolo la sua vita e quelle dei suoi cari. Ci scherza sopra e ripensa al provvidenziale intervento della secondogenita le cui grida hanno evitato la tragedia.

IL RACCONTO.
Erano le 2.30 quando le fiamme hanno liquefatto il videotelefono impadronendosi in un baleno della sala da pranzo posta al primo piano della loro abitazione singola. «Non riuscivo a dormire perché aspettavo che rincasasse mio figlio Francesco», racconta Nello Quaglia. «All’una e mezza ho preso sonno. Io e mia moglie dormivamo profondamente al piano di sopra quando è scoppiato l’incedio. Mia figlia, dalla sua stanza, ha avvertito l’odore acre. Ha intuito subito che qualcosa di grave stava succedendo. E’ uscita dalla camera ed ha visto il fumo che ormai si era impadronito della casa. E’ corsa da noi in camera e ci ha svegliati. Se fossero trascorsi altri minuti saremmo morti».

«Avevamo i panni intrisi di fumo acido e la lingua era nera», racconta Nello, «a riprova che il monossido era finito nei polmoni. Siamo scesi sotto in cucina ed abbiamo visto le fiamme alzarsi. L’unica cosa da fare era soffocare il fuoco, nel frattempo abbiamo aperto le finestre isolando ogni cosa attorno che potesse prendere fuoco».

IL DANNO.
Il danno quantificato è di oltre 2mila euro, poca cosa se si pensa a ciò che di grave poteva succedere. Quaglia fa il benzinaio. Il distributore di carburanti si trova proprio sul piazzale di casa a confine tra Corropoli e Nereto sulla strada provinciale 259. In decenni di attività, nonostante abbia convissuto con serbatoi di benzina sotto i piedi 24 ore al giorno, non ha mai avuto problemi con il fuoco. «Va tu a pensare che un telefono potesse incendiarsi...», si stupisce Quaglia. «Avevo sentito di televisioni incenerite, di stufe avvolte dalle fiamme, mai di telefoni infuocati». Quaglia ha telefonato alla Telecom per segnalare l’accaduto. L’ha fatto confidando in un rimborso, per sentirsi moralmente sostenuto ma non ha avuto soddisfazione. Ma non vuole fare causa, gli basta poter raccontare la notte di paura finita senza lacrime.