Fabbrica contesa: chiesta la demolizione

Nuovo colpo di scena nel caso Italprefabbricati, i teatini della famiglia Pretaroli ricorrono al giudice, verdetto tra un mese

ATRI. E’ una vera e propria guerra a colpi di carta bollata, quella che si combatte per la Italprefabbricati. L’ultima battaglia è iniziata giovedì scorso, in un’aula del tribunale di Teramo. Si è discusso della richiesta di demolizione della parte di fabbricato dell’azienda di manufatti in cemento che sorge sul terreno oggetto della battaglia legale, davanti a giudice onorario Pasquale Giovannucci. Una richiesta presentata dall’avvocato Vittorio Supino, legale degli eredi Pretaroli di Chieti che dal 1980 hanno impugnato in tutti i gradi di giudizio l’esproprio del loro terreno nell’area industriale di Casoli di Atri. Una sentenza della Corte di Cassazione, più di due anni fa, ha dato definitivamente loro ragione e le successive tre opposizioni, presentate da Alfonso D’Eugenio, proprietario dell’azienda che produce manufatti in cemento sono state tutte rigettate. E’ poi entrato in gioco il Comune di Atri che per due volte ha approvato una delibera che nei fatti gli ha consentito di applicare l’esproprio d’urgenza del terreno in modo da restituirlo all’impresa. Ovviamente gli atti sono stati impugnati al Tar da Supino.

Ma nel frattempo i Pretaroli hanno presentato in tribunale l’istanza per la demolizione della porzione del fabbricato che sorge sul terreno conteso, che passa proprio nel bel mezzo dello stabilimento. I legali dei Pretaroli giovedì hanno chiesto al got Giovannucci un rinvio, ma Giovannucci ha deciso che deciderà entro un mese.

La richiesta dei Pretaroli era volta ad aspettare la decisione del Tar sul nuovo esproprio deciso dal Comune, definito “decreto di acquisizione sanante”. Il 14 settembre, nell’udienza collegiale davanti al Tar, si è deciso di andare direttamente alla decisione di merito. In sostanza è stata negata la sospensiva della delibera del Comune per cui fino all'esame nel merito della vicenda, che è previsto al Tar dell'Aquila il 22 gennaio, il provvedimento adottato dal consiglio comunale di Atri in favore dei D'Eugenio può dirsi efficace. Si tratta del decreto di esproprio per pubblica utilità del terreno su cui è stata costruita la fabbrica.

La delibera del consiglio comunale ed il relativo decreto di acquisizione sanante, che già il Tar aveva sospeso in precedenza su richiesta dei Pretaroli, essendo al momento efficaci, consentono all'Italprefabbricati di tornare ad operare in piena normalità, con la proprietà del terreno passata ai D'Eugenio, i quali hanno già provveduto a versare al Comune di Atri circa un milione ed 860mila euro quale indennizzo per l'esproprio ed il risarcimento del danno per il mancato godimento del terreno negli ultimi trent'anni.

Il Comune di Atri, a sua volta, ha depositato la somma alla Cassa depositi e prestiti affinché i Pretaroli possano riscuoterla.

In teoria dunque la fabbrica e i suoi 107 dipendenti continueranno a produrre almeno fino al 22 gennaio, ma non è escluso che fino ad allora possano verificarsi altri colpi di scena. (a.f.)

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