Falsi contratti agli stranieri, inchiesta chiusa

Tra i 10 indagati il ragioniere e il consulente del lavoro arrestati

SANT'EGIDIO. La procura chiude le indagini sui falsi contratti agli stranieri, in particolare l'inchiesta bis che a gennaio ha portato in carcere il ragioniere Francesco Aquilani, 50 anni, e il consulente del lavoro Roberto Di Francesco, 61 anni, ex vice sindaco del comune di Civitella del Tronto. Il pubblico ministero Stefano Giovagnoni ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini per i due professionisti e per il bengalese Mohammad Kapil Uddin, accusato di fare da intermediario tra gli stranieri e i due. Con loro altri sette, tutti stranieri: l'accusa per tutti è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Nelle prossime settimane, dopo l'avviso di conclusione delle indagini, il pm potrebbe decidere di firmare la richiesta di rinvio a giudizio.
L'indagine dei carabinieri di Sant'Egidio, guidati dal maresciallo Mario De Nicola, è scattata dopo la segnalazione di un artigiano di Sant'Egidio: aveva scoperto di essere, a sua insaputa, datore di lavoro di 17 stranieri. Grazie alla ricostruzione degli inquirenti, sono state scovate 250 pratiche presentate allo sportello unico per l'immigrazione della prefettura. Secondo l'accusa della procura, nel giro di un anno i tre sarebbero riusciti a far entrare in Italia circa duecento stranieri attraverso proprio delle false assunzioni fatte all'insaputa di artigiani e piccoli imprenditori. Un altro business organizzato per lucrare sull'ingresso di extracomunitari in Italia, dunque, scoperto al termine di una lunga e complessa indagine. Le indagini sono collegate al decreto flussi con cui, ogni anno, il Governo decide il numero degli ingressi per lavoro di cittadini stranieri. In particolare, a far scattare l'inchiesta è stato un artigiano: aveva scoperto di essere, a sua insaputa, datore di lavoro di numerosi extracomunitari. Grazie alla ricostruzione degli inquirenti, sono state scovate centinaia di pratiche presentate allo sportello unico per l'immigrazione della prefettura. Otto gli ignari imprenditori coinvolti loro malgrado nel giro (si stima che ogni pratica fruttasse anche settemila euro di guadagno anche se di movimenti di denaro non c'è traccia).
Alle pratiche aperte si è giunti ispezionando il contenuto dell'hard disk del computer di uno dei due professionisti, che prima di essere arrestati erano già stati indagati un'altra inchiesta relativa alla regolarizzazione di colf e badanti sempre condotta dai carabinieri santegidiesi. Nel pc erano state archiviate centinaia di pratiche per lo sportello unico inviate per via telematica. Quando ai due professionisti si presentavano gli imprenditori loro clienti per avere spiegazioni, questi con giri di parole e false giustificazioni li convincevano che tutto era a posto. Le indagini dei militari sono state attente e minuziose: gli investigatori hanno controllato centinaia e centinaia di richieste di contratti di lavoro. (d.p.)

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