Filma il marito che la stupra: l’uomo finisce a processo a Teramo

Rinviato a giudizio anche per maltrattamenti nei confronti dei tre figli piccoli. Mamma e ragazzi in una casa protetta, per il padre decisa la decadenza della potestà genitoriale

TERAMO. Prima di essere mille altre cose questa storia è una vertigine indicibile di dolore e coraggio. Perchè per farla arrivare in un’aula di tribunale c’è voluto il coraggio di una donna teramana di 48 anni che ha nascosto una telecamera in casa per raccontare con le immagini le violenze sessuali e i maltrattamenti del marito. E nei giorni di Jennifer, accoltellata a morte dal suo ex e delle tante altre di un elenco senza fine, è una dolente cronaca giudiziaria quella al termine della quale il gup Roberto Veneziano ha rinviato a giudizio l’uomo, un 50enne teramano che a marzo comparirà a processo con l’accusa di violenza sessuale alla moglie (oggi ex) e di maltrattamenti nei confronti dei tre figli, tutti minori. Mamma e ragazzi si sono costituiti parte civile (rappresentati dagli avvocati Monica Passamonti e Alessandra Cervelli).

Ma a scandire i tempi di una storia lunga 8 anni che non ha risparmiato angoscia e dolore a nessuno c’è anche il provvedimento del tribunale dei minori dell’Aquila che il giorno prima dell’udienza preliminare ha disposto la decadenza della potestà genitoriale per il padre. Nelle aule di giustizia le storie di violenza in famiglia scivolano come in una catena di montaggio. Drammaticamente uguali. Iniziano da particolari che, nei primi tempi, sembrano solo stonati, fuori luogo. Insulti, aggressioni verbali per un niente. In questo caso davanti ai figli, davanti ai clienti dell’attività commerciale che la donna gestiva con il marito. Poi sono arrivate le botte, prima a lei e poi ai ragazzini raccontano le carte dell’accusa. Ed è l'incubo che anche i figli possano precipitare in un vortice di violenza e paura che fa scattare la prima segnalazione ai servizi sociali che chiedono l’intervento del tribunale dei minori. Ma i maltrattamenti non si fermano, anzi aumentano. Come quella sera in cui, si legge nella denuncia, lui insegue uno dei figli con un coltello in mano. La colpa del ragazzino? Aver cercato di difendere la madre dall’ennesima aggressione del padre.

Ed è in questo momento che la donna decide di filmare quello che accade nella sua casa, di mettere insieme le prove dell’orrore. Così compra una telecamera e la nasconde nell’abitazione. Le immagini fermano le continue violenze sessuali a cui il marito la costringe e diventano l’atto d’accusa più reale che lei consegna alla polizia. Iniziano le indagini che diventano un fascicolo sul tavolo del pm Greta Aloisi. La mamma e i figli vengono sin da subito ospitati in una casa protetta e segreta. L’uomo viene iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti. Inizia la causa di separazione tra i due coniugi e il giudice di questo procedimento dispone l’affido esclusivo dei figli alla madre e nessun contatto con il padre. Il resto è l’udienza preliminare di qualche giorno fa e il processo che inizierà tra pochi mesi. Oggi mamma e figli hanno hanno cambiato città e stanno cercando di riprendersi la vita. Forse un giorno, quando non dovranno più raccontare l’incubo in un’aula di tribunale, un po’ del loro dolore sarà guarito.

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