Gigolò per necessità da nove anni «Le donne? Mi parlano molto» 

Un 43enne teramano dopo aver perso il posto di lavoro nel 2010 si è messo a fare l’accompagnatore «Quasi tutte le mie clienti vivono situazioni sentimentali difficili. I contatti? Funziona il passaparola»

TERAMO. Barba lunga e brizzolata, camicia e gilet, due discreti tatuaggi sull’avambraccio, qualche anello d’argento alle dita. Un empatico aspetto da hypster che contrasta con lo stereotipo della professione che conduce ormai da nove anni. È un gigolò. E vista la particolarità del mestiere vuole mantenere l’anonimato e per questo motivo è impossibile mostrare il suo viso. Ha un soprannome, “Gigolòverve”, ha 43 anni, è teramano ma pochissimi sanno il mestiere che fa. D’altronde l’aspetto è quello di un ragazzo normale, molto lontano dall’immagine del macho palestrato e abbronzato che letteratura e filmografia hanno affibbiato a chi l’amore, con le donne, lo fa a pagamento. Insomma, molto poco “Teraman gigolò” alla Richard Gere.
Come hai iniziato a fare questo mestiere?
«Lavoravo come tecnico in uno studio professionale, poi nove anni fa persi il lavoro. Non riuscivo a trovare una nuova occupazione e la situazione era diventata piuttosto pesante. In quel periodo conobbi una donna, iniziammo a frequentarci e lei, spontaneamente, mi diede del denaro. All’inizio non accettai, mi faceva impressione, mi sentivo in imbarazzo. Poi per forza di cose ho dovuto farlo, è stato un processo che ho vissuto quasi inconsapevolmente».
E come organizzi il tuo lavoro, come ti fai conoscere?
«Gli altri accompagnatori lavorano con le agenzie o su siti internet specifici. Io no. Con me inizialmente tutto si è basato sul passa parola e mi sono ritrovato a gestirmi da solo. Prima viaggiavo, da Roma, all’Umbria, alla Romagna, ora ho ristretto il campo all’Abruzzo e alle Marche, sostanzialmente. Ovviamente sono presente sui social, in particolare uso Instagram dove ho il mio profilo. Ma quel che è determinante, ripeto, secondo me è il passaparola. Ci sono clienti che si sono trovate bene e mi hanno consigliato alle amiche».
Quali donne ti contattano?
«La maggior parte delle donne che ho incontrato in questi nove anni ha situazioni sentimentali poco stabili, voglio parlare, raccontarsi. A volte non c’è stato nemmeno il sesso. Molte donne si “aprono” di più con uno sconosciuto. Alcune subiscono dei tradimenti, sono addolorate, ma fanno finta di nulla e in me cercano un sollievo rispetto a una situazione pesante a casa».
Hai avuto clienti o richieste particolari? Quali sono le tue tariffe?
«La prima domanda che mi pongono riguarda le tariffe. Io non sono certo fra i più costosi: 150 euro per la mattina o il pomeriggio o la sera. Cinquecento euro per tutta la notte, il fine settimana cioè dal venerdì alla domenica seimila euro. Di solito andiamo nei bed & breakfast che hanno degli appartamentini dove si può anche cucinare, in modo da avere maggiore intimità. Una volta una donna mi ha detto: devi stare con me per tre mesi. Mi affittò una casa e mi disse che non avrei dovuto farci entrare nessuno. Ci vedevamo la mattina, a volte veniva anche a cena. In quel caso non ho dato una tariffa, le ho dato carta bianca e lei è stata molto generosa. Un’altra volta sono stato contattato da un gruppo di studentesse universitarie che avevano fatto una colletta: mi sono rifiutato. Un’altra volta un gruppo di amiche mi avevano contattato per farmi fare il regalo di compleanno a un’altra, ma alla fine hanno disdetto perché lei si vergognava. In generale rifiuto proposte strane».
Non ti sei mai sentito frustrato per essere considerato un oggetto sessuale?
«No, nessuno mi ci ha mai fatto sentire, con le clienti si parla, c’è anche un’altra dimensione rispetto al sesso. Mi lasciano molta libertà di azione».
Ti sei mai coinvolto per qualche cliente?
«E’ capitato. Ci sono cascato e mi sono coinvolto, ma la situazione era difficile perché lei era sposata. E’ stata una situazione logorante, perché si vuole sempre di più, ed è impossibile. Quando è accaduto si sono staccate loro, per non lasciare marito e figli».
Comunque è un lavoro che crea una serie di “effetti collaterali”, di problemi accessori.
«In alcuni casi devi gestire problemi con le clienti: a volte diventano gelose e a quel punto tagli. Un altro ambito è quello della vita personale. E’ difficile gestire una doppia vita, infatti solo alcuni amici più stretti sanno che lavoro faccio. Due amici l’hanno scoperto da soli. Una amica ha notato che prima non avevo soldi e poi improvvisamente ho iniziato ad avere una discreta disponibilità di denaro. E ha fatto due più due. Uno invece mi ha sentito parlare al telefono – io non mi ero accorto che lui mi era vicino – ha spalancato gli occhi e mi ha detto: “Tu sei matto”. Comunque per fare questo lavoro devi essere anche predisposto mentalmente. A un certo punto mi sono fermato, non ce la facevo più. E dopo un periodo lungo e difficile, nella mia vita personale, ho ripreso».
E la tua vita sentimentale? Per “Gigolòverve” è possibile averne una?
«Una vita sentimentale con questo lavoro è difficile, in alcuni momenti ci penso che è sostanzialmente impossibile e mi pesa».
E’ un lavoro stressante?
«Sto col telefonino sempre acceso, è stancante anche fisicamente. Di solito ho quattro-cinque appuntamenti a settimana. Poi però capitano anche periodi in cui sono più libero. E spesso mi prendo del tempo per stare con gli amici, non li abbandono mai».
E se la tua cliente non ti piace?
«Se una donna non mi attrae e se l’appuntamento è solo per compagnia _ cosa che accade a volte _ non c’è problema. Nell’altro caso può essere un problema, io non faccio uso di medicinali: mi faccio sempre mandare delle foto e se non mi piace, mi invento qualche scusa, magari che sono occupato, senza offendere la sua sensibilità».
Hai 43 anni, come vedi il tuo futuro?
«Non ci penso. E questo forse è preoccupante».
Ma se qualcuno ti offrisse un posto come quello che hai perso 9 anni fa, a tempo indeterminato?
«Mah, probabilmente accetterei il posto fisso, ma farei sia l’uno che l’altro. Magari il gigolò con minore frequenza. E questo per una questione economica, ma non solo. E’ dura lasciare così, da un giorno all’altro. Mi piace la compagnia femminile, e non parlo solo di sesso. Le donne ti danno belle sensazioni. Ogni incontro è diverso. Ogni storia, anche se simile, ha sfumature diverse. E’ questo il lato affascinante della mia professione».
Ma, alla fine, sai quante donne hai avuto?
«Ma no, non ho mai pensato a tenere il conto!».
©RIPRODUZIONE RISERVATA