il caso

Giulianova, casa popolare all’accoltellatore, il Comune blocca tutto

Alloggio Ater al tunisino che a giugno aggredì e ferì il connazionale per la musica troppo alta. Il vice sindaco Cameli: «La richiesta l’aveva fatta la moglie e quindi il suo nome non compariva»

GIULIANOVA. Accoltellò il vicino per la musica troppo alta, ora si ritrova un alloggio popolare Ater all’Annunziata. L’iter però è stato bloccato. Da qualche giorno il Comune ha fornito all’uomo e alla sua famiglia un alloggio all’Annunziata per emergenza abitativa. L’Iter dell’assegnazione, però, è stato bloccato una volta che il dirigente comunale Andrea Sisino si è reso conto di chi fosse l’assegnatario.

Il fatto è avvenuto nel giugno scorso, all’inizio di via Migliori e all’incrocio con via Cupa e via del Popolo, quando il tunisino ha accoltellato alla mano il vicino di casa per una lite dovuta alla musica troppo alta. Il problema, ha spiegato Nausicaa Cameli, vicesindaco con delega alle politiche sociali, è che la richiesta di emergenza abitativa è stata fatta a nome della moglie e dopo una relazione dell’assistente sociale e di una lettera di sfratto esecutivo inviata al Comune dall’avvocato del proprietario della casa di via Migliori. «La richiesta è arrivata a nome della moglie dell’uomo», ha spiegato Cameli, «e nella relazione dell’assistente sociale era scritto che la donna aveva 3 figli piccoli e uno in arrivo e che viveva in una casa minuscola. Quando ci siamo resi conto che si trattava di quell’uomo, abbiamo subito bloccato l’iter».

Il dirigente Andrea Sisino, infatti, ha chiesto alla polizia municipale, intervenuta a giugno dopo la colluttazione a suon di coltelli tra i vicini di casa, di stilare una relazione di quel giorno, in modo da poter bloccare l’assegnazione della casa a quella famiglia e poter dare l’alloggio a qualcun altro. A Giulianova infatti, oltre alla graduatoria Ater per l’alloggio popolare, esistono oltre 50 famiglie che hanno fatto richiesta di emergenza abitativa (sono famiglie che non rientrano nella graduatoria Ater ma che si trovano in grosse difficoltà, con molti figli e con lo sfratto esecutivo). Al momento, però, a disposizione c’è solo una casa ed è proprio quella assegnata alla famiglia del vicino-accoltellatore. L’episodio del mese di giugno giugno fece molto clamore perché, solo qualche giorno prima, era avvenuto l’omicidio del 47enne Paolo Cialini, accoltellato a morte in viale Orsini dopo una lite stradale. Il tunisino, il giorno dell’accoltellamento, aveva aspettato che il vicino rientrasse a casa e lo aveva accoltellato alla mano. Proprio in quegli istanti, in via Cupa, stava passando una pattuglia della polizia municipale che, vedendo il ferito, si fermò a soccorrerlo. L’uomo, che non è mai stato in pericolo di vita, venne medicato all’ospedale. Al pronto soccorso si era fatto portare anche l’accoltellatore, dicendo di aver ricevuto una botta in testa dal vicino.

Margherita Totaro

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