Gli onori degli alpini a Valentino 

Picchetto del 9° reggimento al funerale dell’ultimo reduce abruzzese di Russia

TERAMO. Giovedì pomeriggio a Monterotondo, la cittadina laziale dove viveva da dopo la guerra, l’alpino Valentino Di Franco, ultimo reduce abruzzese della campagna di Russia, morto mercoledì a 99 anni, ha ricevuto l’estremo saluto. Al funerale c’era una folta delegazione dei gruppi abuzzesi dell’associazione nazionale alpini e c’erano le donne e gli uomini del Nono reggimento alpini dell’Esercito, erede di quel battaglione L’Aquila nel quale Di Franco – originario di Isola del Gran Sasso – tra il dicembre del 1942 e il gennaio del 1943 combattè la gigantesca battaglia del quadrivio di Selenyj Jar, della quale fu tra i pochi superstiti, riportando il congelamento degli arti inferiori, che gli furono amputati sul campo di battaglia. Di Franco era inquadrato nelle fila della 108ª compagnia “A zump de camosce”, che giovedì gli ha tributato l’ultimo saluto con un picchetto d’onore.
Il reduce, decorato di Croce di guerra, è stato sempre legatissimo al Nono alpini e, fino all’anno scorso, ospite d’onore in tutte le cerimonie e le manifestazioni del Reggimento. Il 1° luglio dell’anno scorso aveva festeggiato con i “suoi” alpini il primo centenario della consegna della bandiera di guerra al reggimento, mentre, nel corso della festa di Corpo celebrata l’anno precedente nella stessa data, aveva inaugurato lui stesso il monumento agli alpini all’interno della caserma Pasquali-Campomizzi, ai cui piedi è scolpito il motto “Noi siamo quelli Selenyj Jar”. «Oggi per il 9° Alpini è una giornata di profonda commozione: salutiamo una preziosa guida morale che rappresentava un punto di riferimento assoluto per tutte le Penne nere, abruzzesi e non solo», ha dichiarato il comandante, Colonnello Gianmarco Laurencig, in occasione delle esequie.