I maxi tagli all’ospedale finiscono in parlamento

Interrogazione di Ginoble su Atri al ministero della Salute: sono incostituzionali Manutenzioni da 70 milioni, Varrassi risponde: decise dalla vecchia gestione

TERAMO. La gestione della sanità teramana finisce in parlamento. I contestati tagli di Regione ed Asl a servizi e reparti dell'ospedale San Liberatore di Atri sono oggetto di un’interrogazione del L'onorevole Tommaso Ginoble (Pd) al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell'economia e delle finanze ed al ministro della Salute. Intanto il direttore generale della Asl, Giustino Varrassi, risponde sugli appalti d’oro per le manutenzioni. Il segretario della Cisl, Antonio Scuteri, ieri sulle pagine del Centro ha denunciato spese eccessive per le manutenzioni dei quattro ospedali: sono stati spesi in 7 anni 66 milioni di euro e mezzo. Su uno di questi appalti, peraltro - il “global service” - è in corso un’inchiesta della magistratura.

E più volte la giustizia amministrativa è stata chiamata in causa sui tagli all’ospedale di Atri. Ginoble nell’interrogazione parla del «progressivo depotenziamento dell'ospedale di Atri e sulla dubbia costituzionalità del programma operativo adottato dal commissario ad acta, nella persona del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi». Nella sua interrogazione, Ginoble evidenzia che «le determinazioni assunte fino a questo momento, dalla Regione Abruzzo, per l'ospedale di Atri sono basate su un presupposto molto probabilmente incostituzionale poiché in palese contrasto con gli articoli 3, 24,117 e 120 della nostra Costituzione». Il parlamentare abruzzese sottolineando come il taglio dei posti-letto e delle unità operative complesse non abbia contribuito al miglioramento del servizio ma abbia leso il diritto alla salute dei cittadini, chiede al governo «quali iniziative intende intraprendere al fine di rimuovere un'anomalia normativa che colpisce la sola Regione Abruzzo a causa della legificazione di atti commissariali già parzialmente annullati dal giudice amministrativo e sul quale si fonda tutto l'impianto organizzativo delle aziende sanitarie regionali e quali iniziative il ministro alla Salute intende avviare per assicurare che sull'intero territorio regionale sia garantito il rispetto del diritto alla salute e vangano garantiti i livelli essenziali di assistenza». Per l'ospedale atriano, per la cui sopravvivenza è in corso una battaglia legale intrapresa dal sindaco di Pineto con l'appoggio del centrosinistra di Atri e Silvi, di recente il Tar ha respinto l'istanza di sospensiva dell'atto aziendale della Asl che comporta il ridimensionamento del San Liberatore, ma solo perché l'atto stesso non era ancora definitivo. L'avvocato Simone Dal Pozzo, per conto del Comune di Pineto, è già pronto a presentare un nuovo ricorso.

Sui quasi 70 milioni per le manutenzioni, invece, Varrassi ricorda che «la contrattualizzazione dei lavori a cui si fa riferimento risale alle vecchie gestioni, a partire addirittura da circa 10 anni fa e comunque si tratta di lavori in linea con quanto avviene in tutte le altre amministrazioni sanitarie sull'intero piano nazionale». Sull’inchiesta, che parte da Atri, Varrassi specifica di non poter intervenire e ricorda che« l'attuale direzione è la stessa che ha proposto nuovi capitolati e nuove gare per tutte le manutenzioni, gare i cui risultati saranno al più presto resi noti, invece che rinnovi delle gare preesistenti». Nulla sulla richiesta di avere la documentazione avanzata dalla Cisl.

(ha collaborato

(Marco Mutoschi)

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