I senza tetto assediano il sindaco

Sindacato e minoranza accusano. Brucchi: «Ci servono altri alloggi»
TERAMO. Tucan e suo figlio Kostin dormono in macchina; Benito vive sotto una tettoia del nipote attaccato per 15 ore al giorno alla bombola d'ossigeno; Guglielmo non può più permettersi di pagare 300 euro al mese per una camera d'hotel. L'emergenza abitativa in città diventa sempre più drammatica.
Sindacati e opposizione puntano il dito contro il sindaco Maurizio Brucchi. A ricordare la storia di Tucan e Kostin sono i consiglieri comunali di "Città di virtù". «E' passato un anno da quando sono stati sfrattati», affermano Lino Befacchia e Valdo di Bonaventura, «tutti sono diventati sordi e ciechi, il sindaco in primis». Dall'hotel Michelangelo Tucan e suo figlio sono passati a vivere in una baracca di lamiere e da lì, qualche giorno fa, sono andati a dormire in macchina. «Stiamo facendo una pessima figura», affermano i consiglieri, «il sindaco non vuole assumersi alcuna responsabilità».
A ricordare il caso di Benito Luciani è invece Antonio Di Berardo del Sicet, sindacato degli inquilini. «Ha fatto la richiesta di un alloggio», racconta, «ma vive sotto una tettoia in campagna». Per problemi di salute Benito deve respirare con una bombola di ossigeno per 15 ore al giorno. «Si trova in grosse difficoltà», afferma il sindacalista, «non riesce a curarsi bene e rischia un ictus».
Di Berardo si sta occupando anche di Guglielmo Iampieri, elettricista di 40 anni, che non trova più lavoro e non riesce a pagarsi l'affitto. «Il sindaco può intervenire nei casi più gravi assegnando un alloggio», osserva il sindacalista, «ma non ha fatto nulla». La replica di Brucchi mira a dimostrare il contrario. «Con l'ultima variazione di bilancio abbiamo destinato 100mila euro alla ristrutturazione di alloggi pubblici», afferma, «abbiamo sollecitato l'Ater a riconsegnarci alcuni alloggi».
La recente modifica al regolamento per le assegnazioni attribuisce al sindaco il potere di consegnare alloggi, in situazioni di estrema emergenza, scavalcando la graduatoria. «I singoli casi vanno verificati dagli uffici», chiarisce, «e prima dobbiamo recuperare spazi disponibili». L'attivazione del progetto di housing sociale per riqualificare le case popolari di via Longo sarà la risposta definitiva. «Il 20 settembre ci sarà la riunione decisiva», assicura Brucchi.
Sindacati e opposizione puntano il dito contro il sindaco Maurizio Brucchi. A ricordare la storia di Tucan e Kostin sono i consiglieri comunali di "Città di virtù". «E' passato un anno da quando sono stati sfrattati», affermano Lino Befacchia e Valdo di Bonaventura, «tutti sono diventati sordi e ciechi, il sindaco in primis». Dall'hotel Michelangelo Tucan e suo figlio sono passati a vivere in una baracca di lamiere e da lì, qualche giorno fa, sono andati a dormire in macchina. «Stiamo facendo una pessima figura», affermano i consiglieri, «il sindaco non vuole assumersi alcuna responsabilità».
A ricordare il caso di Benito Luciani è invece Antonio Di Berardo del Sicet, sindacato degli inquilini. «Ha fatto la richiesta di un alloggio», racconta, «ma vive sotto una tettoia in campagna». Per problemi di salute Benito deve respirare con una bombola di ossigeno per 15 ore al giorno. «Si trova in grosse difficoltà», afferma il sindacalista, «non riesce a curarsi bene e rischia un ictus».
Di Berardo si sta occupando anche di Guglielmo Iampieri, elettricista di 40 anni, che non trova più lavoro e non riesce a pagarsi l'affitto. «Il sindaco può intervenire nei casi più gravi assegnando un alloggio», osserva il sindacalista, «ma non ha fatto nulla». La replica di Brucchi mira a dimostrare il contrario. «Con l'ultima variazione di bilancio abbiamo destinato 100mila euro alla ristrutturazione di alloggi pubblici», afferma, «abbiamo sollecitato l'Ater a riconsegnarci alcuni alloggi».
La recente modifica al regolamento per le assegnazioni attribuisce al sindaco il potere di consegnare alloggi, in situazioni di estrema emergenza, scavalcando la graduatoria. «I singoli casi vanno verificati dagli uffici», chiarisce, «e prima dobbiamo recuperare spazi disponibili». L'attivazione del progetto di housing sociale per riqualificare le case popolari di via Longo sarà la risposta definitiva. «Il 20 settembre ci sarà la riunione decisiva», assicura Brucchi.
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