Il centro imbrattato dai graffiti, Comune in affanno

10 Settembre 2014

TERAMO. Da via Trento e Trieste a via Brigiotti, da vicolo Rose a via Pascoli, fino a piazza Dante: non c'è vicolo del centro storico che non abbia la sua persistente firma colorata, che qualcuno – l’...

TERAMO. Da via Trento e Trieste a via Brigiotti, da vicolo Rose a via Pascoli, fino a piazza Dante: non c'è vicolo del centro storico che non abbia la sua persistente firma colorata, che qualcuno – l’amministrazione comunale o i proprietari degli edifici – ogni tanto cercano di cancellare di mattina per vederle di nuovo spuntare con il buio.

L'amore per l'arte di strada che in città ha la sua massima espressione nei graffiti regalati nottetempo, non va a genio ai titolari di negozi e ai residenti che, costretti a convivere con l'estetica compromessa dei loro palazzi, denunciano una consuetudine che sfocia nel reato. A farlo notare è, in particolare, un residente del centro storico, un giovane ingegnere che ha inviato una lettera al quotidiano Il Centro.

«Si combatte senza dubbio una battaglia controversa e difficile contro gli imbrattatori», scrive il professionista, «io vivo in centro, sono un modesto ingegnere, ho due bambini. Ho una saracinesca completamente imbrattata e il muro di casa mia, su cui sto ancora pagando il mutuo, variamente maldipinto, giacchè poi la fretta dei writer non realizza sempre opere d'arte, a mio giudizio. Se avessimo voluto le mura e le serrande private colorate», aggiunge, «forse avremmo chiesto a qualcuno di nostra scelta di dipingerle: anche questa è libertà. La mattina quando esco per andare verso la scuola San Giuseppe con i miei figli, trovo tra via Trento e Trieste e via Brigiotti, una parete su cui campeggia una grande bestemmia». Infine, l'auspicio dell'ingegnere teramano è che qualcuno si prenda a cuore di risolvere «il disagio che quotidianamente noi residenti viviamo», precisando che per tali «opere», a metà tra vandalismo e arte suburbana, «i reati contestati sono di deturpamento, imbrattamento e danneggiamento (in base ai relativi articoli del codice penale), fino al reato di bestemmia».

Intanto, per la gioia dell'estro creativo dei grattitisti teramani, anche l'amministrazione comunale a stento riesce a trovare una soluzione al problema. L'assessore al decoro urbano, Rudy Di Stefano, nei giorni scorsi aveva detto che «è un brutto problema; mettere telecamere in tutti i vicoli è impensabile e così non riusciamo a controllare il fenomeno. Ogni tanto cerchiamo di ripristinare un minimo di decoro ripittando i muri. Ma dura una settimana, e poi si ricomincia». (m.g.)

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