Il Comune ha un debito di 3,8 milioni

E' costretto a vendere la farmacia, ma in consiglio esplode la protesta

GIULIANOVA. Una voragine di tre milioni e 800mila euro minaccia il Comune di Giulianova, e pende come una spada di Damocle sui cittadini. Il Comune corre ai ripari vendendo la farmacia ed altri beni comunali: se l'amministrazione non riuscirà a coprire tale buco nel bilancio entro la fine dell'anno, si farà concreto il rischio di dissesto finanziario.

I problemi finanziari del Comune, una dei principali temi caldi dell'attualità giuliese, hanno tenuto banco anche durante il consiglio comunale di mercoledì, nel corso del quale si sono verificati numerosi scontri fra maggioranza ed opposizione. Il buco da 3 milioni e 800.000 euro sarebbe stato confermato dall'assessore al bilancio Fabio Ruffini durante la seduta della Commissione bilancio tenutasi martedì sera; tra le elevate spese che il Comune deve fronteggiare ci sono circa un milione e 100.000 euro derivanti dalle operazioni messe in atto per pulire l'arenile e le strade dai materiali accumulatisi in seguito all'alluvione di marzo, e 2 milioni e 600.000 euro per il Cirsu, oltre ai mancati introiti derivanti dalla Bucalossi (700.000 euro), dai parcheggi a pagamento (circa 250.000) ed altre voci in bilancio.

Pertanto l'amministrazione ha deciso di procedere alla vendita della farmacia comunale, situata in via Trieste, che dovrebbe assicurare un guadagno di 3 milioni di euro: ma proprio su questo punto si sono alzate le proteste dell'opposizione, compreso il gruppo di maggioranza Progresso Giuliese e Rifondazione Comunista, i cui rappresentanti, due sere fa, sono giunti in sala consiliare recando cartelli e striscioni per condannare la vendita della farmacia.

«Attenzione, state svendendo tutti i gioielli della città», ha dichiarato Franco Arboretti de Il Cittadino Governante, «avete perso il controllo e vendete la farmacia, e l'anno prossimo siamo certi che aumenterete la Tarsu», ha incalzato invece Paolo Vasanella del PdL. «Con la costruzione del quartiere ex Sadam», ha ribadito Laura Ciafardoni di Progresso Giuliese, «un domani la farmacia potrebbe diventare un pozzo di San Patrizio. Inoltre che fine faranno i dipendenti, e cosa accadrebbe se la vendita non dovesse andare a buon fine o far riscuotere l'introito ipotizzato?».

Ma gli altri consiglieri di maggioranza hanno ribattuto che, qualora non fosse adottata tale manovra, il Comune andrebbe incontro a dissesto. Per evitare tale ipotesi, oltre alla farmacia, l'amministrazione ha approvato anche l'integrazione al piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, che dovrebbe garantire 530.000 euro tramite la vendita di alcune aree in via Cupa, inoltre dovrebbe procedere al trasferimento del cogeneratore alla Julia Servizi (500.000 euro). Basteranno queste operazioni a salvare, entro il 31 dicembre, il Comune dal dissesto finanziario?

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