Il Delfico resta sotto sequestro: rigettata l’istanza della Provincia

13 Novembre 2025

La Procura dà parere negativo e il giudice mantiene in piedi la misura cautelare scattata nel 2024. Le centinaia di verifiche e le consulenze tecniche non sono bastate a provare che la scuola è sicura

TERAMO. Il Delfico resta sotto sequestro. Dalla magistratura è arrivato un nuovo “no” alla rimozione dei sigilli per il convitto liceo di piazza Dante, finito al centro di un’inchiesta sulla sicurezza più di un anno fa. Ieri pomeriggio il rigetto dell’istanza è stato notificato ai legali che seguono la vicenda per conto della Provincia (proprietaria della scuola), gli avvocati Gennaro Lettieri e Antonio Zecchino. Le centinaia di verifiche fatte eseguire dall’ente nei mesi scorsi, tese a sostenere la solidità dell’edificio e la sua conformità alle norme di sicurezza, non sono bastate a convincere i magistrati.

Nel dicembre del 2024 era stata la Corte di Cassazione a negare il dissequestro e da quel momento, anche sulla forte spinta di studenti, personale scolastico, commercianti e residenti del centro storico, è iniziato un percorso fatto di verifiche, rilievi tecnici, accertamenti strutturali, indagini anche invasive all’interno dell’edificio svolte dall’Ati Project (associazione che si occuperà dei lavori post sisma del Delfico). Le risultanze sono approdate in una memoria corposa sulla quale, l’estate scorsa, ha messo la firma anche l’ingegner Alfonso Marcozzi: quanto consegnato dall’Ati Project, infatti, necessitava di ulteriori approfondimenti e di un lavoro di raccordo condotto dal consulente esterno nominato dalla Provincia. Un lavoro di raccordo che ha avallato la tesi della solidità della scuola e che è andato a puntellare, almeno così ritenevano tecnici e avvocati dell’ente, l’istanza di dissequestro. La richiesta di rimozione dei sigilli, depositata in Procura a settembre, nelle scorse settimane è stata valutata sotto il profilo tecnico anche dal Cta (Comitato tecnico amministrativo) del Provveditorato oltre che dal sostituto procuratore di Teramo Davide Rosati (che nell’estate 2024 aveva chiesto e ottenuto il sequestro) che ha espresso parere negativo. Dello stesso avviso è stato infine il giudice Marco Procaccini che ha ritenuto di mantenere in piedi la misura preventiva. Dunque, i sigilli non saranno rimossi. Le motivazioni del rigetto dell’istanza non sono al momento note, tuttavia la questione “sicurezza” è stata centrale nell’intero iter giudiziario affrontato in questo anno.

Il Delfico resta chiuso, a disposizione della magistratura che porta avanti le indagini. Il fascicolo al momento conta tre persone indagate, tutti tecnici, per ipotesi di reato collegate al mancato rispetto di norme di sicurezza nel periodo pre e post-sisma 2016.

Dopo il sequestro la Provincia si è dovuta attivare per trovare spazi adeguati alla comunità scolastica del Delfico, cirva 1.200 persone: dopo le sistemazioni provvisorie, è stato realizzato un campus alla Cona (nell’area degli istituti Pascal-Forti). Qui attualmente ci sono studenti e studentesse del convitto e del liceo, solo una piccola parte è ancora ospitata nell’ex consorzio agrario di viale Mazzini. Anche per questi liceali, a breve, ci sarà il trasferimento alla Cona. Intanto la Provincia ha a disposizione 18 milioni di euro per lavori di ricostruzione post-sisma affidati dal commissario straordinario Guido Castelli e destinati a interventi rilevanti di miglioramento dell’edificio. Ora che la situazione giudiziaria appare definita, non essendo possibile reiterare domande di dissequestro, all’ente di via Milli non resta che attivarsi per avviare i lavori già finanziati e per i quali è stata già espletata la gara d’appalto (vinta dall’Ati Project).

La comunità del Delfico, che continua a considerare temporanea la sistemazione alla Cona, confida in tempi rapidi per tornare a far vivere un edificio simbolo della città e della cultura abruzzese.

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