Il design rilancia la tradizione castellana 

Un vaso modulare diventa simbolo di “Castelli di ceramica”, progetto che coinvolge tutto il paese

TERAMO. Il vaso, pezzo iconico della ceramica castellana, diventa un “Castello”, un modulare e verticale oggetto di design contemporaneo: tutto intero è un elegante complemento d’arredo; scomposto nelle sue parti diventa un set per la tavola, ciotola, caraffa, fruttiera, insalatiera, piatto.
La secolare e identitaria tradizione ceramica castellana sposa il design contemporaneo, l’innovazione, la comunicazione attraverso i nuovi media per rilanciarsi insieme al suo territorio sui mercati economici e turistici non solo nazionali. È stato presentato ieri nella sala del consiglio provinciale il progetto “Castelli di ceramica - Innovazione e design per il futuro di Castelli”, ideato da Andrea Cingoli, architetto designer pluripremiato, e dall’imprenditore Marco De Dominicis, amministratore di Antilope, la società di design innovativo capofila di un progetto che ha trovato l’adesione della Provincia, del Comune di Castelli, di botteghe, scuole, maestri castellani. Con gli ideatori erano presenti il sindaco di Castelli Rinaldo Seca, il consigliere provinciale Lanfranco Cardinale (delegato alla progettazione comunitaria), l’assessore regionale Pietro Quaresimale (ricerca e formazione), il vescovo Lorenzo Leuzzi, che ha ricordato la presenza del presepe di Castelli a piazza San Pietro. Nato nel percorso “Riconnettere il Territorio”, avviato dalla Provincia coi Comuni per elaborare progetti da proporre al finanziamento nella programmazione pluriennale di governo ed ente regionale, il piano strategico 2021-22 “Castelli di ceramica”, già in fase operativa, gioca nel nome col toponimo dello storico paese teramano alle falde del monte Camicia, tra le capitali della ceramica non solo a livello nazionale, e con la forma verticale del castello. L’idea semplice ma geniale alla base del progetto è fornire agli artigiani castellani tre modelli di vaso componibile, ideati da Cingoli: tre “biscotti” originali, vale a dire vasi grezzi in terracotta prodotti dai laboratori di Castelli, “tele bianche” che spetterà poi a chi aderisce al progetto – maestri ceramisti, allievi dell’istituto d’arte Grue, botteghe – dipingere e decorare secondo il proprio estro e la propria tavolozza. Gli oggetti saranno marchiati con il logo del progetto e firmati dal decoratore, che potrà anche venderli (sarà fissato un prezzo minimo di base) nella propria bottega oltre che attraverso i canali digitali, su cui l’operazione punta molto per far conoscere e lanciare il “Castello” a livello nazionale e internazionale. Una promozione del prodotto, anche nelle grandi fiere e mostre-mercato, che si riverbererà sul rilancio turistico di Castelli, paese incantevole ma purtroppo tormentato dai terremoti e poi dall’isolamento causato dal Covid. «Il progetto è stato presentato ai nostri ceramisti, che lo hanno apprezzato. Qualcuno sta già lavorando» ha detto Seca. «Dobbiamo puntare sulla formazione. E dobbiamo approfittare del Recovery Plan e di ogni altra forma di finanziamento per portare avanti progetti di rilancio del territorio».
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