Il dito rotto non si salda medici denunciati a Giulianova

Paziente di Mosciano ingessato a Giulianova e dopo 30 giorni rimandato a casa con la stessa frattura. Operato d’urgenza a Modena: "Se in un reparto non si sa curare un indice, allora è meglio chiuderlo"

GIULIANOVA. «All’ospedale di Giulianova non hanno saputo nemmeno trattare adeguatamente la frattura di un dito. O si forniscono mezzi e personale adeguati ai reparti o tanto vale chiuderli, almeno non diventano pericolosi». Esordisce così G.A., paziente di Mosciano operato giovedì scorso a Modena per una frattura non curata bene a Giulianova. Tutto nasce dall'errata ingessatura della mano destra e finisce, almeno per ora, con una denuncia ai carabinieri contro il personale dell'ospedale di Giulianova.

L'incredibile vicenda ha inizio il 21 giugno quando, in seguito ad un infortunio domestico, a G.A. viene diagnosticata la frattura dell'indice della mano destra: in seguito ad una radiografia, il dito viene immobilizzato con stecche e fasce di garza nel reparto di radiologia dell'ospedale giuliese. Il 30 giugno, dopo aver effettuato una visita di controllo, all'uomo, 49enne, viene prescritto l'uso della stecca metallica per altri 15 giorni. Dopo questo lasso di tempo a G.A., recatosi di nuovo in ospedale, viene comunicato che il proprio indice non è proprio guarito. In pratica la frattura, nonostante la medicazione, era rimasta scomposta, condizione che creava all'uomo un forte dolore alla mano. «Mi hanno dimesso senza una diagnosi precisa e sul foglio», racconta G.A., «nell’ordine c’era scritto di sottoporsi a magnetoterapia, la mobilizzazione dell’arto e all'ultimo punto, eventualmente, si consigliava una verifica da un chirurgo. Io ho inviato le lastre al centro d'eccellenza di chirurgia della mano di Modena: qui non hanno nemmeno voluto visitarmi ma mi hanno operato d’urgenza tre giorni dopo, il 24 luglio». Non si sa se G.A. recupererà totalmente la funzionalità del dito, probabilmente no.

«Ritengo che il comportamento del personale medico sanitario del presidio ospedaliero di Giulianova sia stato lesivo, viste le conseguenze di una diagnosi e di una procedura di trattamento della frattura non corrette sin dall'inizio, nei confronti della mia persona», dichiara l'uomo, «e in contrasto con gli obblighi professionali e deontologici propri di un medico. A ciò è necessario aggiungere il disagio arrecatomi per ben 30 giorni cui occorre sommare gli ulteriori 40 giorni del nuovo decorso». G.A. auspica pertanto che l'autorità giudiziaria e la Asl effettuino indagini sull'accaduto, «sia dal punto di vista organizzativo e sia dal punto di vista della deontologia, della preparazione e della correttezza professionale del proprio personale medico», conclude, «preciso sin da ora che non chiedo alcun tipo di risarcimento economico e mi affido alla giustizia al fine di evitare che altre persone bisognose di cure debbano incorrere in simili nefandezze riconducibili ad una sanità malata».

Sandro Petrongolo

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