Il giudice condanna la falsa Miss Italia di Castelli

La Mirigliani vince il ricorso: maxi multa di mille euro al giorno a chi imita il concorso

TERAMO. Di Miss Italia ce n'è una sola, chi si appropria del marchio paga multe salate. A stabilirlo è una sentenza del Tribunale di Roma che ha bloccato Miss Italia Salsa organizzato ad agosto a Castelli. L'ufficio legale di Miss Italia aveva inviato un esposto ai carabinieri e al Comune di Castelli per denunciare l'uso arbitrario del marchio registrato dopo aver già diverse volte diffidato gli organizzatori della sfilata.

A dare lo stop e a fare chiarezza ci ha pensato il tribunale che ha emanato un provvedimento d'urgenza con il quale ha riconosciuto alle società facenti capo a Patrizia Mirigliani - assistite dall'avvocato Pieremilio Sammarco - il diritto esclusivo di organizzare concorsi di bellezza con la denominazione Miss Italia. L'avvocato Sammarco ha spiegato che il tribunale ha riconosciuto il rischio di confusione e la concorrenza sleale posta in essere dagli organizzatori di Miss Italia Salsa ed ha ordinato il divieto di utilizzo delle parole "Miss Italia" e "Concorso Nazionale Miss Italia" ad altri concorsi stabilendo anche una sanzione di mille euro per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione del provvedimento.

Soddisfatta dell'ennesima crociata vinta contro i tentativi di imitazione è Patrizia Mirigliani. «Il fenomeno della clonazione di Miss Italia è diventato eccessivo e, quindi, insopportabile», dice. «Per questo motivo siamo stati costretti ad intervenire inibendo l'organizzazione di concorsi di bellezza abusivi sorti in tutta in Italia, quali Miss Italia in Miniatura, Miss Italia Sorda, Miss Italianissima, Miss Italia Burlesque..., e saremo pronti a bloccare altri tentativi di imitazione. Abbiamo il dovere di tutelare il nostro concorso, gli investimenti ad esso legati e di fare chiarezza, anche in favore delle ragazze».
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