Il Nobel Rubbia al processo dell’acqua 

È uno dei testimoni citati dall’Istituto di fisica nucleare che saranno sentiti in aula nel procedimento sul caso Gran Sasso

TERAMO. Le premesse sono quelle di un processo dai grandi numeri. Non solo per la quantità degli imputati (dieci), dei testimoni chiamati in aula da Procura e difese (oltre cento), ma anche e soprattutto per i nomi. Come quello del premio Nobel Carlo Rubbia che compare nella lista dei testimoni citati dalla difesa dell’Istituto di fisica nucleare nel processo per l’acqua del Gran Sasso la cui prima udienza è fissata per venerdì .
Tra i più grandi nomi della scienza italiana, nel 1984 Rubbia è stato insignito del Nobel per la fisica seguendo la tradizione della grande scuola della fisica delle particelle inaugurata negli anni Trenta da Enrico Fermi, anch’egli Nobel. Dopo gli studi in Italia, alla Scuola Normale Superiore di Pisa (dove viene ammesso per lo scorrimento della graduatoria) e quindi all’università di Pisa, dove si laurea con una tesi sui raggi cosmici, Rubbia tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta inizia a fare ricerca negli Stati Uniti. È lì che si gioca, in quegli anni, la grande sfida per svelare l’universo dell’infinitamente piccolo, quello delle particelle elementari. Gli americani possiedono i primi grandi acceleratori di particelle, i sincrotoni, dove i costituenti più piccoli della materia vengono fatti scontrare per cercare di scoprire di cosa sono fatti. Dal 1960 svolge la sua attività di ricerca al Cern di Ginevra, il più grande laboratorio nel mondo per la fisica delle alte energie, di cui sarà poi direttore generale dal 1989 al 1994, svolgendo ricerche inerenti alla fisica delle particelle elementari e dove completa esperimenti sulle interazioni deboli al sincrociclotrone, al protosincrotrone e in seguito al collisionatore di fasci protonici, risultando dunque attivo nel campo della fisica sperimentale.
Nel maxi processo sulla sicurezza di tutto il sistema Gran Sasso sono imputati i vertici di Infn, Strada dei Parchi e Ruzzo Reti a cui la Procura contesta l’inquinamento ambientale e il getto pericolose di cose. Il dibattimento davanti al giudice monocratico Lorenzo Prudenzano venerdì inizierà, molto probabilmente, all’insegna delle eccezioni preliminari che, così come il codice impone, devono essere presentate in apertura di procedimento. E c’è da scommettere che tante saranno quelle delle difese. Altro argomento sarà la richiesta di costituzione di parte civile annunciata da numerose associazioni ambientaliste, di consumatori e enti locali come la Regione, i Comuni di Teramo e Isola del Gran Sasso.
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