Il Pd vuole due teramani in parlamento

Presentati i candidati. Manola Di Pasquale: impegnamoci per far eleggere Di Sabatino, che è quarto in lista al Senato

TERAMO. Dalle primarie a una "vittoria piena" per il parlamento. Il Pd entra nella fase calda della campagna elettorale presentando i propri candidati teramani, affiancati dai capilista, e puntando sulla "squadra" per non lasciare spazio al centrodestra. Nella sala convegni dell'hotel Abruzzi sono due i temi che cuciono tutti gli interventi: il rilancio di Teramo e l'esigenza di un successo completo, anche al Senato dove il pronostico è più incerto.

«Una vittoria zoppa sarebbe un guaio per il Paese», esordisce Giovanni Legnini, «il governo Bersani sarà amico della regione: bisogna ridare forza all'Abruzzo che negli ultimi cinque anni ha toccato il fondo». Il senatore di Chieti, capolista alla Camera, si scaglia contro il gruppo dirigente regionale del Pdl. «Altro che modello Teramo», sbotta, «se non ci fossimo stati noi a sostenere le battaglie in parlamento, non si sarebbe combinato nulla». A presentare i candidati è il segretario provinciale Robert Verrocchio che ricorda la grande partecipazione alle primarie di fine dicembre. «Teramo ha tanti problemi lasciati in abbandono nonostante la più alta rappresentanza in Regione», afferma, «il Pd è l'unico partito ad avere capilista abruzzesi».

A guidare il gruppo degli aspiranti senatori è l'aquilana Stefania Pezzopane che esprime solidarietà a studenti e docenti del Braga impegnati proprio in quel momento nella manifestazione in piazza Martiri per scongiurare a chiusura dell'istituto. «Ci dobbiamo caratterizzare per una spiccata vicinanza al territorio», fa notare la candidata, «lo faremo come partito di governo con un presidente che ci sarà vicino». Più attenzione al territorio, agli imprenditori e alle "ricchezze" locali è invocata dal deputato uscente Tommaso Ginoble. «La nostra provincia è svantaggiata dalla Regione», tiene a precisare, «la rappresentanza parlamentare si dovrà far carico di questa difficoltà». Ginoble ironizza sui candidati del Pdl: «Noi abbiamo fatto le primarie, loro hanno consumato le gomme in autostrada per andare a Roma a chiedere un posto sicuro».

Renzo Di Sabatino si affida a una battuta. «Sono al quarto posto nella lista del Senato: il Pdl in quella stessa posizione ha messo Razzi, l'amico di Scilipoti che ha ammesso di dover tornare in parlamento per la pensione». No alla petrolizzazione della costa, sostegno ai progetti di sviluppo e maggior considerazione per le istanze degli amministratori sono i punti programmatici del candidato. Ad abbracciare e baciare sulle guance Di Sabatino è l'altra candidata teramana al Senato Manola Di Pasquale. «Dobbiamo lavorare moltissimo per avere due rappresentanti di Teramo in parlamento», avverte, «Renzo si trova nella posizione più border line per l'elezione: dobbiamo combattere contro un centrodestra invadente». La candidata raccoglie l'applauso della platea criticando il governatore Gianni Chiodi. «Ha fatto affiggere i manifesti in cui annuncia una minima riduzione dell'Iperf», attacca, «ma ha distrutto la sanità».

Stefania Ferri, in corsa alla Camera, indica come priorità la garanzia dei servizi sanitari, il lavoro e la cultura. «Non ci possiamo permetterà altri errori nella scelta di chi avrà la guida del territorio», afferma, «noi abbiamo coinvolto i cittadini, gli altri hanno liste di nominati». Paola Concia, al terzo posto per il Senato, evidenzia come il Pd abbia venti candidati abruzzesi su ventuno. «Dall'altra parte c'è la tarantella, il circo Barnum», incalza, «magari Berlusconi accettasse un faccia a faccia con Stefania Pezzopane: non lo farà perché è un vigliacco e all'Aquila lo accoglierebbero con i forconi».

L'ultima parola spetta, però, a Franco Marini. L'ex presidente del Senato rimarca la necessità di un governo stabile. «L'Abruzzo deve fare la sua parte», conclude, «la regione si è fermata, non sono riusciti a dare la spinta a nulla».

Gennaro Della Monica

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