L’export riparte per confezioni e mobili

22 Aprile 2014

In provincia il saldo è però leggermente negativo: spiccano i cali nei settori alimentare, pelletteria e componenti auto

TERAM O. La ripresa delle esportazioni che sta dando ossigeno al sistema produttivo del Centro-Nord rimane una chimera per la provincia di Teramo. Che si conferma provincia “cerniera” fra regioni in cui l’export fa segnare un deciso segno positivo nella dorsale adriatica (Marche, Emilia Rogna, Veneto) e quelle in cui i segni sono negativi (dal -2,4% dell’Abruzzo, verso Sud).

La provincia di Teramo, infatti, nel 2013 ha fatto segnare un -0,4% nelle esportazioni rispetto all’anno precedente. Dunque un leggerissimo calo, che corrisponde a circa 5 milioni di euro di merce esportata in meno.

Se il totale tutto sommato resta stabile, ci sono però dei mutamenti nelle dinamiche dei 36 settori in cui l’Istat suddivide gli interscambi commerciali con l’estero. Quel che salta all’occhio è la ripresa nelle vendite all’estero dell’abbigliamento, che fa segnare un +8%, per quasi sei milioni di fatturato in più. Stessa dinamica per il mobile con un 5,1% in più (quasi tre milioni di euro). Si tratta di confortanti rimbalzi dopo una serie di segni negativi causati dal fatto che ormai sono sopravvissute solo aziende che esportano. Esportazioni che peraltro danno alle aziende la certezza dei pagamenti: la merce viene inviata nei mercati di riferimento, cioè in Russia, Cina, Brasile e in generale in America Latina solo dietro pagamento cash o con lettere di credito. Cosa che non avviene nei mercati interni, in cui diventa sempre più difficile farsi pagare in tempi brevi.

Segno invece negativo per la pelletteria (-10,2%) riconducibile, almeno in parte, al fermo delle importazioni in Russia, uno dei principali mercati di riferimento. Questo settore però, nel 2012 rispetto al 2011, aveva fatto segnare esportazioni per 3 milioni in più. Altra tendenza che lascia perplessi è quella dell’alimentare, uno dei settori trainanti dell’economia della provincia di Teramo: segna un -1,5% con quasi due milioni di merce esportata in meno. Il fatto poi che il mercato dell’auto non riparta è testimoniato dal segno ancora negativo (-3%) del settore collegato che riguarda s la componentistica (dai freni ai tubi di scappamento ai tappetini). Non va bene nemmeno l’export delle apparecchiature elettriche (-4,5%). (a.f.)

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