La Asl spende altri 300mila euro per un edificio inutilizzabile 

L’azienda costretta a nuovi interventi per la messa in sicurezza dell’ex collegio Ventilj a Porta Romana Danneggiato dal Lotto zero, non si può abbattere perché vincolato. Recuperarlo costerebbe 14 milioni

TERAMO. Uno stabile mangia-soldi. L’ex collegio Ventilj a Porta Romana ha dato a lungo il proprio contributo alla comunità teramana. Oltre che a reparti ospedalieri, ha ospitato anche una scuola, la sede del giudice di pace un circolo anziani. Ma ormai da anni è inutilizzabile, la sua stabilità è stata minata dagli scavi della galleria del Lotto zero.
Una bella rogna per la Asl che da allora per metterlo in sicurezza ha speso più di un milione di euro. Più di 300mila appena qualche giorno fa: sono da poco partiti i lavori per mettere in sicurezza il tetto, crollato nel 2014 e su cui si era già intervenuti.
«E’ una situazione paradossale, che ci costringe a spendere fondi del servizio sanitario nazionale», commenta il direttore generale Maurizio Di Giosia, «voglio essere chiaro: noi non abbiamo fondi ad hoc per l’edilizia sanitaria: tutto quello che destiniamo al patrimonio immobiliare lo togliamo all’assistenza sanitaria. E, per dare un’idea, con 3-400 mila euro ci compriamo una Tac».
Il direttore generale è irritato, per dirla con un eufemismo, perchè la Asl si trova stretta in una morsa “burocratica”. La Asl è proprietaria dello stabile fortemente danneggiato dallo scavo delle gallerie del Lotto zero, per cui sta ancora sostenendo peraltro una battaglia legale dalle alterne vicende. Il problema è che non si può abbattere nè vendere perchè è vincolato. La Sovrintendenza, in una serie di incontri e in una conferenza di servizi avuta con l’allora direttore generale della Asl Roberto Fagnano, chiarì che l’edificio ha un valore storico essendo su una delle vie d'accesso a Teramo.
«Noi stiamo vagliando le possibilità di utilizzo dello stabile e quindi abbiamo redatto uno studio di fattibilità per il suo recupero», osserva Di Giosia, «compatibile con le prescrizioni che ci ha dato la Sovrintendenza. Lo studio prevede l’eliminazione del piano superiore, mantenendo le mura esterne in modo da non modificare la visione lungo corso Porta Romana, ma nel contempo assicurando una maggiore stabilità dell’edificio. Il progetto prevede l’utilizzo come struttura di accoglienza e una parte destinabile alla funzione pubblica con un giardino d'inverno con visione sulla collina». Dallo studio di fattibilità il recupero dell’ex Ventilj costerebbe intorno ai 14 milioni di euro.
Mesi fa si è parlato di contatti informali per una cessione in comodato gratuito dello stabile alla curia che l’avrebbe ristrutturato, cedendone una parte alla Asl per uso sanitario.
Ma alla verifica con la curia sull’attuale stato dei contatti, la risposta è che non c’è alcun progetto e che non ci sono nemmeno trattative in corso. E se finora la somma “buttata” sullo stabile – per evitare che diventi pericoloso, visto che buona parte è proprio a bordo strada – dalla Asl ha superato abbondantemente il milione di euro nel futuro, a questo punto, non si vedono grosse alternative. Da ricordare, peraltro che c’è stato un tributo di sangue: nel 2015 un ladro, entrato nel rudere, si è introdotto nella cabina di distribuzione dell’Enel inserita nello stabile ed è rimasto folgorato.
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