La Cisl: crisi finita? Macché, è un disastro

29 Giugno 2014

Il segretario della Filca De Sanctis: 12mila i teramani che percepiscono gli ammortizzatori sociali

TERAMO. «Dopo l'ennesimo fallimento di esimi economisti, fantomatici politicanti, super onerose società di previsione, non ci resta altro che affidarci alla sfera di cristallo e porre alla strega la fatidica domanda a cui nessuno, dopo cinque anni, è stato in grado ancora di rispondere: quando finirà la crisi? Eh già, accade ogni anno: alla fine dell'anno precedente si tirano fuori dei dati positivi per l'anno successivo, dati che, ogni mese, vengono rivisti al ribasso sino a terminare col segno meno; infatti siamo solo a giugno e il dato di crescita della nostra economia è passato dall'1,2 % dell'anno passato allo 0,2%; andremo in negativo prima della fine dell'estate. Noi però siamo più bravi perché abbiamo le nostre veggenti che ci dicono ogni giorno come stanno realmente le cose: sono i nostri lavoratori, le nostre aziende e la folla di persone che vengono presso le nostre sedi in cerca di possibilità, soluzioni, spesso anche solo di ascolto. Loro ci forniscono l'entità della crisi quotidianamente».

Così il segretario generale della Filca Cisl di Teramo, Giancarlo De Sanctis, commenta i dati della crisi in provincia e nella regione, dati che parlano ancora di ripresa assente e di futuro incerto.

«La cassa integrazione straordinaria nel Teramano», fa sapere De Sanctis, «è di tre milioni e 696mila ore, la cassa integrazione in deroga è di 695mila ore, la cassa integrazione ordinaria ammonta a 955mila ore, per un totale di oltre cinque milioni e 300mila ore di Cig con un incremento del 30% nel settore industria. Le persone coinvolte in procedure di cassa integrazione in provincia di Teramo sono 4.106, quelle in mobilità sono 2.114 e quelle in trattamento di disoccupazione 5.920, per un totale di oltre 12.100 persone percettori di ammortizzatori sociali». Dati allarmanti anche quelli delle imprese: «Nel primo trimestre 2014», spiega il segretario della Filca Cisl, «la differenza tra nuove aziende e aziende cessate è -15%; le aziende in procedura di fallimento sono cresciute del 78% e le richieste di concordato preventivo sono aumentate del 125% rispetto al 2013».(e.f.)

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