Buffon durante il collegamento da remoto

TERAMO

La lezione del prof Buffon: "Mi metto alla prova come Ds dopo 32 anni" 

L’ex portiere parla (in remoto) ai manager sportivi all’inaugurazione del corso universitario: «Mi sento una persona al servizio del pallone». E il rettore lo invita a Teramo

TERAMO. Il capo delegazione della Nazionale di calcio ed ex portiere Gianluigi Buffon è stato ospite d'eccezione, in collegamento video, all'università di Teramo.
Buffon è intervenuto da remoto, ieri mattina, all'inaugurazione della seconda edizione del corso di formazione in Politiche e strategie delle società calcistiche riservato all'abilitazione dei direttori sportivi.

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L'ex portiere di Juventus e Parma e campione del mondo del 2006, ha parlato da neodirettore sportivo, dopo avere concluso, nello scorso dicembre, il relativo corso presso il Centro tecnico federale di Coverciano. E si è soffermato anche sulla sua lunga carriera, a partire dagli inizi, dei valori che ne hanno fatto parte e che continuano ad essere colonna portante della sua attività.
« La mia personalità e spavalderia, quando ho iniziato a parare in serie A all'età di 17 anni, sono state fondamentali per convincere i più grandi delle qualità che avevo», ha detto, «per me indossare la maglia della Nazionale (176 presenze, ndc) è stato l'orgoglio più grande. Mi sento una persona a servizio del pallone. Il senso di appartenenza ha avuto un ruolo fondamentale nel corso di tutta la mia carriera, al di là delle vittorie».

Ad ascoltarlo, nel corso dell’incontro che si è svolto nella sala delle lauree del polo didattico D'Annunzio, c'erano il rettore dell’ateneo teramano Dino Mastrocola (che ha invitato l'ex portiere a Teramo per la consegna degli attestati di fine corso); il vice presidente della Figc (federazione italiana gioco calcio) Daniele Ortolano, il presidente del corso di formazione e delegato allo sport di Unite Luigi Mastrangelo, il coordinatore didattico del corso Giuseppe Tambone e il presidente della Fondazione università di Teramo Romano Orrù.

«La pressione delle competizioni quando rappresenti l'Italia - ha spiegato - è molto forte e rischia di schiacciarti. Diventare direttore sportivo è significato chiudere un cassetto di esperienze e mettermi alla prova, dopo 32 anni da calciatore. L'esperienza in campo non basta  e la formazione giuridica, economica e manageriale è fondamentale per un dirigente sportivo a qualsiasi livello».

La conclusione del corso (riservato a 22 allievi), riconosciuto e accreditato dalla Figc, è prevista a maggio mentre l'esame si terrà a giugno. (g.l.)
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