La Martelli chiude, 80 in mobilità

Ancarano, la lavanderia fa l’annuncio durante un incontro con la Regione per parlare di possibili aiuti

ANCARANO. Martelli, addio. Quanto paventato in questi ultimi mesi dai sindacati, e finora smentito, si è avverato. E proprio davanti al vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e dell’assessore Dino Pepe, arrivati lunedì nell’azienda di Ancarano per discutere di una serie di progetti a sostegno della Martelli,questa ha pensato bene di freddare tutti e annunciare l’apertura di una procedura di mobilità per tutti gli 80 dipendenti per cessazione di attività.

L’incontro di lunedì avrebbe dovuto essere la prosecuzione di un incontro avuto in Regione il 26 agosto in cui si era parlato di aiuti per aiutare la ripresa della lavanderia industriale. Da qui l’incontro di lunedì per discutere di quale sostegno utilizzare.

«Ma l’azienda invece di fare un discorso, in prospettiva, di rilancio ha comunicato che aprirà una mobilità per cessazione di attività», esordiscono Emanuela Loretone (Filctem Cgil), Giampiero Daniele (Femca Cisl) ed Emidio Angelini (Uiltec Uil), «noi in questi anni avevamo dato più volte l’allarme nei diversi tavoli istituzionali, ma loro ci avevano sempre smentito. Anzi, addirittura si erano professati offesi rispetto ai nostri dubbi sulla volontà di proseguire l’attività nello stabilimento di Ancarano. Ma adesso ci hanno illustrato il piano industriale annunciando che la Martelli sarà chiusa. L’azienda viene meno al proprio ruolo sociale e manca di rispetto al territorio teramano».

Poco più di un anno fa in quello stabilimento peraltro è stata avviata un’altra società, la Penny Jeans, che nelle intenzioni doveva servire a ricollocare una parte del personale (attualmente sono rimasti 80 dipendenti) e anche a portare commesse a quello che rimaneva dello stabilimento di Ancarano. «Invece nella Penny jeans», aggiungono i tre sindacalisti, «ricollocheranno una parte del personale impiegatizio (forse 13, ma la cifra non è nemmeno certa) ma tutti quella della produzione saranno messi in mobilità. Noi confidiamo adesso nell’impegno che hanno preso le istituzioni: il vicepresidente Lolli si era impegnato a pensare a una possibile riconversione della struttura della Martelli. I lavoratori non hanno mai voluto essere parcheggiati in cassa integrazione e in mobilità, ma ora questa è l’unica alternativa lasciata dall’azienda».

Non è ancora stata aperta ufficialmente la procedura di mobilità, ma si presume che sarà portata a termine entro la fine dell’anno. «E quindi si va oltre gli ammortizzatori sociali attivati, cioè il contratto si solidarietà, che termina a novembre», fanno notare con preoccupazione Angelini, Loretore e Daniele, «Questo territorio non si può permettere di perdere un altro pezzo di produzione, non possiamo permetterci un’ennesima procedura di mobilità per 80 persone. Noi rigetteremo la richiesta aziendale e speriamo che vada a buon fine l’attività della Regione per cercare riconversione di questa attività».

©RIPRODUZIONE RISERVATA